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CRONACA NERA

Delitto Alghero, le parole di Lukas: "È stato un tragico gioco"

Le dichiarazioni di Lukas Saba, il 18enne accusato dell'omicidio del giovane Alberto Melone ad Alghero

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

“E’ stato un tragico gioco. Non sapevo che la pistola fosse carica e non avrei mai sparato contro il mio migliore amico”. Secondo quanto riporta l’Ansa, è quello che ha dichiarato Lukas Saba, il 18enne accusato dell’omicidio del giovane Alberto Melone ad Alghero, durante l’interrogatorio con il gip del Tribunale di Sassari, Antonello Spanu.

“Era un gioco”

Accompagnato dal suo avvocato, Gabriele Satta, il 18enne ha confermato al gip quanto già aveva detto al pubblico ministero Mario Leo, aggiungendo che la pistola calibro 22 è di proprietà del padre. Lukas ha ripetuto che si è trattato di un gioco: ha preso la pistola, e pensando fosse scarica, l’ha puntata contro Alberto e ha premuto il grilletto. Il gip nelle prossime ore deciderà se concedere o meno i domiciliari al 18enne.

Delitto di Alghero: i genitori difendono il figlio arrestato

Sul caso sono intervenuti i genitori del ragazzo arrestatoLukas Saba, 18 anni, che secondo gli inquirenti avrebbe sparato il colpo di pistola che ha ucciso Alberto. “Lukas non è un assassino”, hanno detto Sergio Saba e Marieke Hellendoorm, i genitori del 18enne, come riporta l’Ansa. “Quel ragazzo – aggiungono, riferendosi ad Alberto Melone – era il più caro amico di Lukas, erano sempre insieme, siamo davvero dispiaciuti per lui e per i suoi familiari”.

I fatti risalgono alla sera di venerdì 5 aprile quando i due ragazzi si trovavano in un monolocale di Alghero, in piazza del Teatro. In circostanze ancora da chiarire, Lukas avrebbe sparato un colpo di pistola verso Alberto, uccidendolo. “Quando è successo il fatto altri due ragazzi sono scappati per lo spavento, lui è rimasto lì e ha cercato di salvarlo, cercava di tamponargli la ferita, si voleva suicidare, i medici del 118 gli hanno dato un calmante”, hanno spiegato i genitori di Lukas, difendendo il figlio, sempre secondo quanto riporta l’Ansa.

Sergio Saba e Marieke Hellendoorm hanno insistito sul fatto che quanto accaduto sia stato solo un “incidente” e hanno respinto con fermezza la definizione di “killer” usata nei confronti del figlio: “Killer significa che qualcuno ti ha mandato apposta per uccidere”. I genitori hanno anche detto che è falso che Lukas sia un “ragazzo irrequieto e senza voglia di far nulla”. Il padre ha spiegato che il figlio lavora con lui, come dipendente “regolarmente assunto” nell’attività nautica che gestisce. Lukas “vive con noi, in campagna”, hanno aggiunto i genitori. “Quello di piazza del Teatro è un punto d’appoggio, ci andava solo quando doveva uscire con gli amici”.

Riguardo alla pistola che avrebbe ucciso Albero Melone, Sergio Saba ha spiegato che è sua e che la teneva sotto il letto come arma di difesa, abitando in campagna. “Quella mattina sua mamma ha rifatto il letto e l’ha vista, era sotto il materasso, dove la nascondevo per ogni emergenza”, ha spiegato il padre di Lukas. Il ragazzo, secondo i genitori, potrebbe aver preso la pistola nel pomeriggio, prima di uscire. Forse “voleva fare una spacconata, voleva farla vedere agli amici, di certo il colpo è partito per sbaglio”, hanno spiegato.

Una versione che lo stesso Lukas dovrebbe ribadire davanti al gip e che sarebbe confermata anche dagli altri due ragazzi presenti, secondo i genitori. “Il grilletto di quel tipo di pistola è abbastanza morbido, perciò è verosimile che il colpo possa essere partito per sbaglio”, ha detto ancora il padre di Lukas.

Fonte foto: Ansa

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