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Thomas Bricca, nessuna svolta con i due fratelli: si indaga su esponente di un clan nomade

Omicidio di Alatri, sospetti su un esponente di un clan nomade: è stato assoldato per sparare durante l'agguato?

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Luca Mastinu

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, scrive di cronaca nera e attualità. Muove i primi passi nel fact checking per poi appassionarsi al mondo dell'informazione. Collabora con altre testate e siti web, esperto di musica.

Le indagini sulla morte di Thomas Bricca non si fermano. Per il momento contro i due fratelli entrati in caserma per essere ascoltati non sono stati presi provvedimenti, ma la cerchia dei sospetti si allarga verso un esponente di un clan nomade. Potrebbe essere lui ad aver premuto il grilletto. Ad Alatri, intanto, la rabbia e il dolore per la morte del 19enne aumentano.

Thomas Bricca, nessun provvedimento contro i due fratelli

Come riporta ‘Il Fatto Quotidiano’ contro i due fratelli ascoltati in caserma non sono stati presi provvedimenti.

I due ragazzi originari di Frosinone sono stati interrogati, ma non è chiaro se in veste di sospettati o nel ruolo di testimoni. Secondo le indiscrezioni della stampa, tuttavia, i due ragazzi non sarebbero stati convocati in caserma bensì si sarebbero consegnati spontaneamente insieme ai loro legali per comunicare la loro estraneità ai fatti.

Omicidio Thomas Bricca, i carabinieri sul luogo dell’agguato

Secondo ‘Leggo’, inoltre, nessuno dei due fratelli si sarebbe costituito. Come riporta ‘Il Fatto Quotidiano’ in giornata potrebbero essere ascoltate altre persone, ma soprattutto le indagini degli inquirenti sarebbero ora indirizzate verso un esponente di un clan nomade.

I sospetti su un esponente di un clan nomade

Le indagini sarebbero ora indirizzate verso l’esponente di un clan nomade, che potrebbe essere stato ingaggiato da una delle bande rivali per mettere in pratica l’agguato che è costato la vita al giovanissimo Thomas Bricca.

Per il momento si rimane sul piano delle ipotesi, con le indagini che si muovono anche verso il cosiddetto “casermone” di Frosinone, una struttura molto spesso paragonata alle Vele di Scampia nella quale si consumano spesso traffici di droga.

Tuttavia, dalla Procura di Frosinone consigliano cautela e smentiscono tutto ciò che finora la stampa ha pubblicato a proposito della soluzione del caso: “Al fine di non compromettere lo sviluppo delle indagini in corso relative all’omicidio di Thomas Bricca, [la Procura, ndr] deve tenere una linea di rigoroso riserbo su tale vicenda per cui non può rilasciare alcun tipo di dichiarazione. Questo riserbo è necessario non solo per le predette esigenze ma anche in quanto è doveroso verso la famiglia della vittima che deve affrontare questa tragedia ed a cui si è vicini”.

La nota firmata dal procuratore Antonio Guerriero, quindi, garantisce: “Non appena emergeranno significativi sviluppi sulle indagini, compatibilmente con le indicate esigenze, sarà cura di questa Procura di Frosinone comunicarlo”.

La rabbia degli amici sui social

Intanto, come scrive ‘TgCom24’, sui social è già emersa la rabbia degli amici di Thomas Bricca.

“Il silenzio non risolverà nulla. Tutti devono parlare”, scrive uno, probabilmente per esortare i suoi contatti a rendere giustizia all’amico ucciso rompendo il muro di silenzio. Agli inviti a farsi avanti, però, si aggiungono le minacce: “La corsa sta per finire” e “Morirete tutti”.

Fonte foto: ANSA

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