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Tentativo di cattura dei cuccioli dell’orsa Amarena fallito, si cercano con i droni: “Non si uccide per paura”

I cuccioli dell'orsa Amarena sono in pericolo. Iniziate le ricerche, il primo tentativo di cattura è fallito. "Una storia infame", commentano

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Giorgia Bonamoneta

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, si concentra sulla politica e la geopolitica, scrive anche di economia e ambiente. Laureata in Editoria e Scrittura presso La Sapienza di Roma, ha iniziato a scrivere per una testata impegnata sui diritti civili, prima di lavorare in diverse testate di attualità.

Il personale del Parco Nazionale d’Abruzzo è alla ricerca dei due cuccioli dell’orsa Amarena. Rimasti senza madre, uccisa a fucilate da un uomo  a San Benedetto dei Marsi, i cuccioli rischiano la vita da soli. Il Parco, il cui simbolo era proprio l’orsa Amarena, si è prefissato l’obiettivo di salvare i suoi cuccioli e di costituirsi come parte civile in un futuro processo contro l’uomo che ha sparato per paura. Il direttore del Parco, Luciano Sammarone, ha avanzato un’ipotesi: “Se una persona è spaventata si chiude in casa e chiama polizia, carabinieri o guardia parco, non prende un fucile e spara”.

Cuccioli in pericolo

Scoperto il corpo dell’orsa Amarena, sono iniziate immediatamente le ricerche dei due cuccioli di orso marsicani. La morte dell’orsa ha scatenato una violenta reazione del pubblico che ha seguito la vicenda, definendo il gesto “un fatto gravissimo e senza giustificazione”. Ancora peggio sarebbe ora perdere i due cuccioli.

I piccoli, visti passeggiare con la madre nel borgo abruzzese di San Sebastiano, rischiano di perdere la vita. In base alla loro età sono infatti troppo piccoli per cavarsela da soli. Non sanno ancora come procurarsi il cibo e sono troppo esposti a scontri con esemplari più grandi.

 Foto dell’orsa Amarena deceduta scattata al ritrovamento

Il tentativo di cattura

Nella notte tra il 1 e il 2 settembre i piccoli dell’orsa Amarena sono stati avvistati nella zona, non troppo distanti da dove è stato rinvenuto il corpo della mamma orsa. Le ricerche, effettuate con l’ausilio dei droni, li avevano individuati, ma un primo tentativo di cattura non è andato a buon fine.

Non c’è tempo da perdere. “Il destino dei piccoli, non ancora autosufficienti, è a forte rischio”, ha spiegato il WWF in una nota. Infatti i cuccioli rimangono almeno un anno e mezzo con la mamma prima di diventare autonomi e i cuccioli di Amarena sono troppo piccoli. Anche una volta portati in salvo non sarà semplice crescerli: “Ci vorrà tutto l’impegno del nostro personale specializzato per trovarli e farli crescere in modo che possano essere reinseriti in natura”.

“Non si uccide per paura”

L’orsa Amarena non è stata uccisa dalla paura, ha detto il direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo. “Se una persona è spaventata si chiude in casa e chiama polizia, carabinieri o guardia parco, non prende un fucile e spara”, ha commentato, intervistato per rispondere alle parole dell’uomo che ha ucciso Amarena.

Se non la paura, cosa? Secondo le associazioni che si occupano dei diritti degli animali, la morte dell’orsa Amarena è da ricollegarsi al clima d’odio nei confronti degli orsi dopo la vicenda di JJ4 e la morte di Andrea Papi. Negli ultimi mesi infatti si parla di orsi come animali pericolosi e non adatti alla convivenza con gli esseri umani. Eppure il video di Amarena, che fidandosi dell’uomo passeggia per il borgo abruzzese senza causare danni, è la prova che il rapporto tra esseri umani e orsi è determinato unicamente da un comportamento corretto nei confronti di questi.

Fonte foto: ANSA

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