Tampone solo con i sintomi: nuova strategia contro il coronavirus
L'abuso del test avrebbe portato a una sovrastima dei casi. In Italia sono stati effettuati 10mila tamponi, solo 1000 in Germania e Francia
Non devono spaventare le cifre del contagio da coronavirus, che collocano l’Italia al terzo posto dopo la Cina e la Corea del Sud come Paese con più casi positivi. Secondo Walter Ricciardi dell’Oms, i numeri allarmanti sono dovuti all’alto numero di tamponi effettuati. Della stessa idea il Consiglio superiore di Sanità, che ha deciso di adottare una nuova strategia di diagnosi e prevenzione del contagio.
Franco Locatelli, direttore del Css, ha annunciato che saranno sottoposti al test solo i pazienti sintomatici e chi ha avuto contatti con persone positive. Il rischio contagio “è elevato nei soggetti sintomatici mentre è marcatamente più basso in quelli asintomatici”, ha spiegato davanti ai microfoni dell’Ansa.
“In Italia sono stati effettuati oltre 10mila test per la rilevazione del nuovo coronavirus, contro i meno di mille in Germania e Francia”. Ciò “si spiega con il fatto che alcune Regioni non hanno inizialmente seguito le linee guida basate sulla evidenza scientifica”, ha dichiarato all’Ansa.
Queste “prevedevano di eseguire il test solo su soggetti sintomatici con ‘fattori di rischio’ legati a provenienza e contatti avuti. Alcune Regioni hanno esteso i test, e ciò ha generato una sovrastima dei casi“.
“I casi confermati di contagio nel nostro Paese sono al momento poco più di 190 e sono quelli che hanno avuto la conferma di positività a seguito del secondo test effettuato dall’Istituto superiore di sanità (Iss)”, ha sottolineato.
Nei più di 400 casi di contagio da coronavirus “sono invece inclusi tutti i soggetti risultati positivi ai test delle Regioni. Ma per vari di essi manca ancora la conferma del secondo test dell’Iss”.
Ad ogni modo, ribadisce, “bisogna ricordare, contro gli allarmismi, che la malattia Covid-19 da SarsCov2 nell’80% dei casi guarisce in modo benigno, nel 15% dei casi necessita di qualche ausilio e solo nel 5% comporta il ricovero in Rianimazione. Tra coloro in rianimazione, la mortalità è del 3%“.
E l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha assolto Roma: “Non bisogna cedere al panico, bisogna fidarsi pienamente di quello che sta facendo il ministero della Salute in Italia, in collaborazione con la Protezione Civile”.