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CRONACA NERA

Strage di Erba, Olindo Romano: "Dopo 16 anni è ora di fare chiarezza". Nuove prove e un testimone "chiave"

Olindo Romano, condannato all'ergastolo in concorso con la moglie Rosa Bazzi per la strage di Erba è tornato a parlare dal carcere dove è recluso

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Stefano D'Alessio

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista. Laureato in Comunicazione, per anni si è occupato di sport e spettacolo. Scrive anche di attualità, cronaca e politica. Ha collaborato con importanti testate e programmi radio e tv, a livello nazionale e locale.

Olindo Romano, condannato all’ergastolo in concorso con la moglie Rosa Bazzi con l’accusa di aver ucciso Raffaella Castagna, il figlio Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini in quella che è stata ribattezzata la “strage di Erba“, è tornato a parlare dal carcere di Opera, a Milano, dove è recluso.

I ricordi di Olindo Romano

Olindo Romano ha dichiarato all’agenzia ‘Adnkronos: “Sono passati 16 anni dalla strage di Erba, ci sto riflettendo parecchio in questi giorni. Forse è arrivato il momento di fare un po’ di chiarezza“.

Nel corso delle sue dichiarazioni, Olindo Romano ha affermato: “Non so perché non sia stata approfondita la pista dello spaccio di droga, continuo a pensare che sia stato più semplice incastrare due persone come noi non sveglissime e inconsapevoli di quello che ci stava piombando addosso”.

Poi ha aggiunto: “Io le liti dalla casa di Raffaella e Azouz le ricordo bene, litigavano spesso, ma non per questo abbiamo pensato di fare una strage. E, in effetti, non c’entriamo nulla. Chi è stato? Non lo so, diversamente lo avrei già detto ai miei avvocati, ma di certo una strage simile può farla solo chi è abituato a fare quelle cose, non penso sia facile improvvisare un fatto del genere così efferato”.

Su Mario Frigerio, marito di Valeria Cherubini e unico superstite, Olindo Romano ha dichiarato: “È stato utilizzato come noi. Ripenso a quell’uomo, quando lo incontravo: era una brava persona, per questo credo che abbiano manipolato i suoi ricordi per farlo testimoniare contro di noi. Lo considero una vittima come noi”.

La vita in carcere di Olindo Romano e l’incontro con la moglie Rosa Bazzi

Olindo Romano ha raccontato così la sua vita nel carcere di Opera, a Milano, dove è recluso: “In cella la vita è sempre quella, nulla di nuovo. Per passare un po’ il tempo continuo a lavorare in cucina, per il resto sto senza far niente tutto il giorno, spesso in compagnia di qualche altro detenuto costretto come me in questo carcere”.

Olindo Romano e la moglie Rosa Bazzi.

Poco prima di Natale, ha incontrato la moglie Rosa Bazzi: “È dura, ma in qualche modo la vita in carcere va avanti, vedo Rosa appena è possibile. Due giorni prima di Natale sono andato a colloquio da lei a Bollate e sono contento. Mi tiene a galla il pensiero che prima o poi, spero prima che poi, si possa accertare che non abbiamo commesso noi la strage di Erba“.

La richiesta di revisione del processo

L’avvocato di Olindo Romano, Fabio Schembri, assieme ai colleghi Nico D’Ascola, Luisa Bordeaux e Patrizia Morello, sta lavorando a una richiesta di revisione del processo alla luce, riporta l’agenzia ‘Adnkronos’, di “nuove prove e un testimone chiave“.

Fonte foto: ANSA

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