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Stato-mafia, assolti Dell'Utri e i vertici del Ros: le dure accuse

Le dure accuse contro Marcello Dell'Utri e i dirigenti dell'Arma nel processo sulla trattativa Stato-mafia

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Svolta nel processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia. È arrivata, da parte dela Corte d’Assise d’appello, l’assoluzione per gli ex ufficiali del Ros dei Carabinieri Mario Mori, Antonio Subranni e Giuseppe De Donno e per il senatore Marcello Dell’Utri. Erano accusati di minaccia a corpo politico dello Stato e condannati in primo grado a pene molto severe. Ne dà notizia l’Ansa.

Sono state inoltre dichiarate prescritte le accuse al pentito Giovanni Brusca ed è stata ridotta la pena al boss Leoluca Bagarella. Confermata invece la condanna per il capomafia Nino Cinà.

Gli ex ufficiali del Ros sono stati assolti perché “il fatto non costituisce reato“. Marcello Dell’Utri “per non aver commesso il fatto“. L’appello è cominciato il 29 aprile del 2019.

Stato-mafia, assolti Dell’Utri e i vertici del Ros: le accuse

Per l’accusa gli “uomini delle istituzioni, apparati istituzionali deviati dello Stato, hanno intavolato una illecita e illegittima interlocuzione con esponenti di vertice di Cosa Nostra per interrompere la strategia stragista”.

“La celebrazione del presente giudizio ha ulteriormente comprovato l’esistenza di una verità inconfessabile, di una verità che è dentro lo Stato, della trattativa Stato-mafia che, tuttavia, non scrimina mandanti ed esecutori istituzionali, perché o si sta contro la mafia o si è complici. Non ci sono alternative”, veniva sottolineato, con la richiesta della conferma delle condanne del primo grado.

Per i pm gli ufficiali del Ros, godendo di coperture istituzionali, avviarono delle trattative per interrompere la stagione degli attentati mafiosi. Questa strategia avrebbe però rafforzato i clan, spingendoli a ulteriori azioni violente contro lo Stato.

In cambio della cessazione delle stragi, sarebbero state fatte delle concessioni carcerarie ai detenuti mafiosi al 41 bis e alleggerita l’azione di contrasto alla criminalità organizzata.

Dopo il 1993 sarebbe stato Marcello Dell’Utri, ex braccio destro di Silvio Berlusconi, a prendere il posto di Mario Mori e i suoi. L’accusa lo ha definito “cinghia di trasmissione” tra i clan e gli interlocutori istituzionali.

Stato-mafia, Marcello Dell’Utri assolto: le sue dichiarazioni

“È un film, una cosa inventata totalmente. Io questo processo non l’ho neanche seguito. Mi sono sentito, quando sono andato a Palermo all’udienza, come un turco alla predica. Non capivo di cosa stessero parlando“, ha dichiarato l’ex senatore a Bruno Vespa, in collegamento telefonico durante la trasmissione Porta A Porta.

“Questa cosa era inesistente, però purtroppo avevo paura che potessero avallare queste cose inventate servendosi dei soliti pentiti che hanno bisogno di dire cose per avere vantaggi, e di molta stampa che affianca le procure, e soprattutto la Procura di Palermo. Questo mi preoccupava, ma speravo intimamente nell’assoluzione“, ha detto ancora Marcello Dell’Utri.

Fonte foto: ANSA

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