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CRONACA NERA

Squarta un gatto a Catania e l'addenta sotto l'effetto di crack: era convinto che dentro ci fosse una cimice

Un 33enne ha ucciso e sventrato un gatto perché convinto che qualcuno vi avesse infilato delle cimici per spiarlo. L'uomo era sotto effetto di droghe

Pubblicato:

Luca Mastinu

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, scrive di cronaca nera e attualità. Muove i primi passi nel fact checking per poi appassionarsi al mondo dell'informazione. Collabora con altre testate e siti web, esperto di musica.

Era convinto che lo volessero spiare, per questo era alla ricerca di cimici nascoste. Una di queste, secondo lui, sarebbe stata occultata dentro un gatto. Per questo a Catania, un 33enne, avrebbe ucciso e squartato l’animale per poi addentarlo. A dare l’allarme i suoi familiari, che hanno chiamato la polizia. Gli agenti hanno impiegato non poca fatica per calmarlo.

Squarta un gatto e lo addenta sotto effetto di droghe

L’episodio è avvenuto a Catania, nel quartiere Cappuccini. Come ricostruiscono ‘Gazzetta del Sud’ e ‘Ansa’, un 33enne sotto effetto di crack e altre sostanze avrebbe usato un coltello per sventrare un gatto randagio che si era introdotto nella sua abitazione.

Il ragazzo, infatti, era convinto che nell’animale vi fosse una cimice installata da qualcuno per spiarlo.

Un uomo di 33 anni sotto effetto di crack ha squartato e addentato un gatto nella convinzione che vi fossero delle cimici

L’episodio si è verificato nella tarda serata di martedì 20 giugno.

Quando gli agenti sono arrivati presso la sua abitazione, l’uomo era in un evidente stato confusionale.

L’intervento della polizia e l’arresto

Per calmarlo, gli agenti della polizia hanno fatto ricorso al taser e alcuni di loro hanno riportato ferite alle mani durante l’intervento. Al loro arrivo – scrive ‘Today’ – il 33enne urlava che il gatto ucciso era un “portatore di microspie“.

L’uomo è stato dunque portato all’ospedale mentre era ancora sotto le effetto di diverse sostanze stupefacenti. Successivamente è stato arrestato con l’accusa di uccisione di animaleresistenza a pubblico ufficiale e lesioni, per poi essere trasferito in carcere.

Il precedente ad aprile

L’uomo non era nuovo alle cronache. L’8 aprile, infatti, aveva seminato il terrore nel quartiere Lubrino dopo essersi barricato in casa.

Il 33enne aveva iniziato a sparare all’esterno, fortunatamente senza conseguenze ma gettando l’intero rione nel panico. In quel contesto l’uomo era convinto che qualcuno volesse ucciderlo: “Vogliono uccidermi e mi hanno dato del cibo sigillato con veleno per topi“, riferiva in un video registrato da lui stesso.

Il 33enne ha precedenti per spaccio di sostanze stupefacenti. Dopo l’episodio del Lubrino era stato messo agli arresti domiciliari nel mese di giugno, fino al nuovo episodio di delirio.

Fonte foto: iStock

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