Covid, Speranza: "Dobbiamo resistere al coronavirus altri 6 mesi"
Il ministro della Salute Roberto Speranza ha fatto il punto sulla diffusione del coronavirus, prevedendo altri 6 mesi di emergenza
“Dobbiamo resistere al coronavirus altri 6 mesi. A fine inverno saremo salvi”. Il ministro della Salute Roberto Speranza, dal suo ufficio trasteverino, ha lanciato un appello agli italiani. “Dobbiamo ancora mantenere il distanziamento, portare le mascherine, lavarci le mani, ma non è per sempre. Dopo l’autunno e l’inverno vedremo la luce“, ha dichiarato in un’intervista rilasciata a Repubblica, in cui ha parlato anche del ‘documento segreto’ sul coronavirus.
“Questo Governo non ha mai secretato nulla, siamo gli unici al mondo a pubblicare tutti i verbali del Cts. A metà febbraio i nostri scienziati hanno fatto uno studio con ipotesi molto variegate sul potenziale impatto del Covid e sulle misure che si potevano mettere in campo. Uno studio che gli stessi scienziati ritenevano fosse meglio mantenere riservato. Trovo le polemiche incomprensibili“, ha spiegato.
“Siamo stati sempre chiari, ma non c’era un manuale di istruzioni. Alcune di quelle ipotesi si sono rivelate fallaci”, ha aggiunto il ministro. “In più, negli stessi giorni, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie scriveva che c’era una bassa probabilità di diffusione del coronavirus in Europa”.
Riparte il vaccino italiano, Speranza: “È un’ottima notizia”
La notizia della ripartenza della sperimentazione del vaccino di Astrazeneca è un’ottima notizia per Roberto Speranza. “Il caso anomalo riscontrato non era legato al vaccino. Come Unione europea stiamo comprando un pacchetto 6+1, quello di Astrazeneca è uno dei sei ed è in fase più avanzata. Ci sono anche gli altri però. E stanno per arrivare cure innovative: a Siena il professor Rino Rappuoli sta facendo un lavoro straordinario sugli anticorpi monoclonali da cui verranno fuori farmaci efficaci“.
Gli esperti hanno invitato la popolazione a vaccinarsi contro l’influenza. Roberto Speranza ha sottolineato su Repubblica che ci saranno abbastanza dosi per coprire il fabbisogno della popolazione. “Ne abbiamo prenotato il 70% in più rispetto agli altri anni, c’è stato un rafforzamento significativo”.
Riapertura della scuola, Speranza: “Ci saranno contagi”
Lunedì riapriranno le scuole nella maggior parte del Paese. “Abbiamo lavorato con Regioni, Province e Comuni a partire dal documento sulla gestione dei casi Covid, approvato all’unanimità. Abbiamo fatto più che negli altri Paesi europei. Nessuno pensa che la situazione sia perfetta, non abbiamo la bacchetta magica e i problemi della scuola italiana non nascono col Covid”.
“Ma ci sono risorse senza precedenti, stiamo provando a investire sul personale scolastico e sulle attrezzature, forniremo 11 milioni di mascherine al giorno a tutti gratuitamente”, ha sottolineato il ministro della Salute su Repubblica.
La misurazione della febbre non verrà effettuata con i termoscanner prima di entrare nelle aule. “Come ha spiegato il Comitato tecnico scientifico, la febbre va misurata a casa perché il tragitto fino a scuola è già occasione di incontri. Pensi solo ai mezzi pubblici. E per evitare assembramenti fuori dagli istituti scolastici”.
“Ci sarà un’attestazione da parte dei medici e dei pediatri” per assenze durature. “In caso di sospetto Covid la famiglia chiamerà il medico che valuterà di cosa si tratta”, ha spiegato Roberto Speranza.
“Abbiamo rafforzato di molto la nostra capacità di fare test e miglioreremo ancora. L’obiettivo che ci siamo dati è non lasciare soli presidi e insegnanti, rinsaldare il legame che si era perso tra le scuole e il Servizio sanitario nazionale. Se ci saranno casi di Covid, saranno le Asl a intervenire e decidere come procedere. È un processo nuovo, dovremo imparare a gestire questi casi, per questo dico che servono nervi saldi“, ha sottolineato il ministro.
“È statistico che ci siano” molti casi, “per questo serve un grande sforzo da parte di tutti. Numeri alla mano oggi, l’Italia sta un po’ meglio di altri Paesi europei. Dobbiamo recuperare lo spirito unitario che a marzo e aprile ci ha permesso di piegare la curva. Dentro questo sforzo le misure del Governo e delle Regioni sono una parte, ma serve il contributo di tutti: medici, pediatri, presidi, insegnanti, studenti, genitori. È una sfida che riguarda l’Italia, non un problema della ministra Lucia Azzolina su cui fare campagna elettorale”.
Riduzione dei giorni di quarantena, Speranza: “Stiamo valutando”
“Stiamo valutando” se ridurre i giorni di quarantena, passando da 14 a 7 come già fatto in Francia. “Ascolteremo prima il Cts e ci confronteremo anche con gli altri Paesi europei“, ha dichiarato Roberto Speranza intervistato da Repubblica.
Tampone obbligatorio in Sardegna, Speranza: “Così non si va lontano”
Il governatore Christian Solinas ha firmato un’ordinanza che impone il tampone a chi arriva in Sardegna. Il ministro si è espresso sulle iniziative dei presidenti di Regione. “Quello che penso e che ho detto fin dal primo momento è che senza condivisione e con scelte unilaterali non si va lontano“.
Mes, Speranza: “Ci servono quei soldi e ne servono tanti”
“I soldi” del Mes, su cui il Governo è diviso, “servono e ne servono tanti perché abbiamo un’occasione unica: fare una riforma che non sia fatta di tagli, ma che miri a riportare la sanità dove non c’è. La chiusura di ospedali e presidi nelle aree interne ha contribuito al distacco tra centro e periferia, tra città e contado. Io sono favorevole al Mes, ma non mi interessa da dove arrivino i soldi, non ne guardo il colore: che vengano dal Mes, dal Recovery Fund, dal bilancio dello Stato, ma che arrivino”.
La riforma a cui ambisce Roberto Speranza ha come “parola chiave” la prossimità. “Il primo luogo di cura deve essere la casa. Abbiamo una delle popolazioni più anziane del mondo, aumentano le cronicità che non vanno curate negli ospedali. Il Ssn deve arrivare nelle case con medici, infermieri, ma anche con la sanità digitale sul telefonino dei pazienti. Bisogna mettere le radici più in basso possibile sul territorio”.
“Il Covid”, ha spiegato il ministro, “ci ha mostrato fragilità, ferite, che abbiamo il dovere di sanare. Dobbiamo intervenire anche sulla spesa per il personale, sfondare i tetti stabiliti anni fa, che hanno finito per contrarre gli investimenti. Dobbiamo attrarre la ricerca farmaceutica in Italia e potenziare gli Ircss, i centri che tengono insieme ricerca e cura. Serve un salto culturale, capire che ogni euro che si mette nella sanità non è semplice spesa pubblica, ma il più grande investimento sulla vita delle persone”.
Elezioni regionali, Speranza: “Pd e M5s dovevano correre uniti”
Per le elezioni regionali del 20 e 21 settembre, “si doveva fare di più per correre uniti. Ci sono regioni, come la Puglia, dove il risultato è in bilico, ma il rapporto tra forze della maggioranza e opposizione è 60-40. Il mio auspicio è che gli elettori siano più bravi di noi, che arrivino dove non sono arrivati i gruppi dirigenti con scelte intelligenti e capaci di fermare la destra“.
“Ci vuole più coraggio da parte di tutti. E parlo sempre a partire da me stesso. Non è possibile che siamo al Governo del Paese e abbiamo paura di andare insieme a guidare una Regione o un piccolo Comune. Ma credo che il processo politico sia inarrestabile e che si vada verso un nuovo bipolarismo, con da una parte la nuova destra della protezione, identitaria, del sovranismo e dall’altro lato un campo democratico che dobbiamo costruire tutti insieme“, ha concluso Roberto Speranza nell’intervista a Repubblica.