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Sì al risarcimento per i vicini se il cane abbaia la notte: per la Cassazione è un danno alla salute

Storica sentenza della Cassazione, che ha accordato il risarcimento danni ad un uomo che si è lamentato per il latrato notturno dei cani del vicino

Pubblicato:

Cristiano Bolla

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di cinema, televisione, nuovi media e spettacolo, scrive anche di cronaca e attualità. Laureato in Scienze e Tecnologie delle Arti e dello Spettacolo con Master in Drammaturgia e Sceneggiatura, ha lavorato per diverse produzioni prima di muovere i primi passi nelle redazioni di testate giornalistiche di Torino e Milano. Attualmente collabora anche con importanti riviste di settore.

È destinata a fare storia la decisione della Cassazione in materia di cani e latrati notturni. La Corte ha infatti dato ragione ad un uomo che ha denunciato il vicino di casa per il continuo rumore provocato dai suoi cani: ora gli spetta un risarcimento danni.

Se il cane abbaia di notte, i vicini vanno ripagati

La massima autorità giuridica italiana ha confermato la sentenza della Corte d’Appello di Caltanissetta, secondo la quale il vicino di casa che si è lamentato dei cani che abbaiano tutta la notte ha diritto ad essere risarcito.

Tutto è partito proprio dalla denuncia di un uomo, stanco dei continui ululati degli animali dei vicini, tenuti tutta la notte sul terrazzo o nel terreno comunque del condominio.

Storica sentenza della Corte di Cassazione

Un baccano tale che sarebbe stato impossibile prendere sonno o riposare in maniera serena: un vero e proprio danno alla salute, secondo la Cassazione.

La mancanza di sonno è un danno alla salute

La vicenda sarebbe più drammatica di quanto possa sembrare: per il disturbo causato dai cani dei vicini, il dirimpettaio che ha sporto denuncia sarebbe anche stato licenziato.

La mancanza di sonno avrebbe aumentato lo stress e causatogli malattie tali da dover richiedere numerosi giorni di assenza dal lavoro. Una situazione che alla lunga sarebbe stata insostenibile anche per l’azienda, che lo avrebbe così licenziato.

I proprietari dei cani, si apprende, hanno contestato questa lettura affermando che non ci sarebbe modo di dimostrare un collegamento diretto tra il licenziamento e quanto accaduto di notte nel condominio.

La sentenza della Cassazione

Con l’ordinanza n. 23408/2022, quindi, la Cassazione ha confermato quanto deciso dalla Corte d’Appello e rigettato il ricorso del proprietario dei due cani. Il ricorso è stato ritenuto inammissibile sotto diversi profili – si apprende sul sito dello Studio Cataldi – perché i motivi sollevati puntano ad una diversa rilettura dell’intera vicenda.

A norma di legge, quando il fastidio del cane supera la normale tollerabilità si incappa in sanzioni e violazioni di legge. In particolare, per la norma “chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche, ovvero suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone” può essere punito con l’arresto fino a 3 mesi e un multa fino a 309 euro.

Se la misura è violata da chi esercita una professione, la multa può salire a 516 euro. I proprietari dei cani non dovranno solo risarcire il vicino, ma anche accollarsi le spese processuali pari a 2.700 euro.

Fonte foto: 123RF

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