Segregata e abusata durante riti satanici: 40enne accusa i genitori affidatari, scattano le indagini
I fatti risalirebbero a una decina di anni fa, quando la ragazza venne affidata a una coppia lombarda. Disposte dal giudice le indagini preliminari
Le prime notizie sono filtrate nella giornata del 5 ottobre, in seguito a una misura cautelare disposta dal Gip di Milano.
La misura ha raggiunto una coppia di genitori affidatari, accusati di aver schiavizzato, segregato e violentato per anni la figlia durante delle “messe nere”.
Le violenze durante i “riti satanici”
Secondo la ricostruzione del Gazzettino, la ragazza sarebbe arrivata in casa della coppia 23 anni fa, e le violenze sarebbero iniziate una volta raggiunta la maggiore età.
La donna ha accusato i genitori affidatari di averla plagiata, segregata e violentata a più riprese durante riti satanici che si trasformavano in stupri di gruppo. Ai quali partecipavano, oltre all’uomo che la ospitava, numerose figure incappucciate, che vestivano tuniche bianche.
Durante una di questa violenze, il padre affidatario avrebbe anche messo incinta la ragazza, che ha poi dato alla luce il bambino.
La ragazza non poteva avere contatti con il mondo esterno, e se in casa c’erano ospiti veniva rinchiusa in una botola con pannelli fonoassorbenti.
La fuga e le denunce
Riuscita a scappare in un’altra regione, la donna ha raccontato al Gip di essere stata rintracciata, narcotizzata e riportata nella villetta dove avvenivano gli abusi.
Quando è finalmente riuscita a liberarsi, ha iniziato a presentare denunce presso numerose Procure, tutte finite in un nulla di fatto dato che i suoi racconti non venivano giudicati credibili.
Stavolta però la sua storia è stata considerata attendibile dagli investigatori, dal pm e dal giudice che ha disposto la misura cautelare per la coppia.
Le dichiarazioni della coppia
Molte sono però le stranezze di una storia oscura dall’iter complesso.
In primis l’indagato, il padre affidatario, che ha negato il suo ruolo di genitore davanti al Gip: “La ragazza non ci era stata affidata dal Tribunale di minori, era semplicemente nostra ospite. Noi accogliamo persone in situazioni di disagio, nel suo caso non c’era alcun provvedimento di affido”.
L’uomo ha poi confermato di aver avuto un figlio dalla ragazza, ma che non lo vede da dieci anni. Più o meno, afferma, da quando sono iniziate le “decine di denunce” finite in archiviazioni.
Stavolta però, con qualcuno che ha creduto alla sua storia e che ha dato il via alle indagini, le accuse della ragazza potrebbero non finire nel nulla.
Per il momento il Gip ha disposto l’obbligo di dimora e il divieto di avvicinamento con braccialetto elettronico. La speranza è che stavolta l’inchiesta potrebbe portare, in un modo o nell’altro, al chiarimento di questa terribile vicenda.