SeaWatch sul sottomarino disperso: "Impegno per salvare 5 ricchi, non per 700 poveri naufragati in Grecia"
L'Ong SeaWatch interviene sul sottomarino disperso: lo stesso impegno per le ricerche non è stato profuso per i 700 migranti del naufragio in Grecia
L’Ong SeaWatch interviene sul caso del sottomarino disperso durante la visita al relitto del Titanic. L’organizzazione umanitaria che si occupa di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo ricorre a Twitter per sollecitare una riflessione. Lo fa paragonando l’impegno di questi giorni per salvare la vita a “5 persone ricche” con quello che invece non è stato profuso per soccorrere le “700 persone povere” che, invece, viaggiavano a bordo dell’ex peschereccio affondato al largo del Peloponneso, in Grecia.
- La disparità di trattamento denunciata da SeaWatch
- L'impegno nelle ricerche del sottomarino
- La tragedia in Grecia
La disparità di trattamento denunciata da SeaWatch
Nel pomeriggio del 20 giungo, l’Ong SeaWatch ha scritto un post su Twitter in cui ha detto che per salvare la vita dei migranti a bordo dell’ex peschereccio affondato in Grecia, sarebbe bastato un impegno inferiore rispetto a quello profuso per i dispersi del sottomarino in visita al relitto del Titanic.
“Per salvare 5 persone (ricche) a bordo del sottomarino disperso sono giustamente impiegate guardie costiere di quattro Stati, Nato e compagnie commerciali dotate dei mezzi più sofisticati”, ha scritto SeaWatch.
Il tweet di SeaWatch
“Sarebbe bastato molto meno per salvare 700 persone (povere) naufragate a largo della Grecia”, ha aggiunto l’organizzazione umanitaria riferendosi alla tragedia consumata al largo del Peloponneso nella notte tra il 15 e il 16 giugno.
L’impegno nelle ricerche del sottomarino
Con il suo intervento, SeaWatch ha voluto sollevare l’attenzione sul tema del soccorso in mare di cui l’organizzazione si occupa e su cui puntualmente torna a chiedere maggiore cooperazione tra gli Stati.
Continua ad essere massima l’attenzione per le ricerche del sottomarino OceanGate disperso nell’Oceano Atlantico. A bordo ci sono cinque persone e queste sarebbero le ore più delicate per ritrovarle.
Infatti, all’interno del sottomarino resta pochissimo ossigeno. La speranza di ritrovarli vivi resta legata ai segnali sonori captati nell’Oceano.
La tragedia in Grecia
Un impegno simile, secondo l’Ong SeaWatch, non è stato profuso per tentare il salvataggio delle persone a bordo dell’ex peschereccio affondato in Grecia.
Si trattava di 700 migranti partiti da Tobruk, in Libia, in viaggio verso le coste italiane. “Persone povere”, precisa SeaWatch nel suo tweet.
Il naufragio al largo del Peloponneso è una strage di cui non si conoscono le dimensioni esatte visto che il mare non ha ancora restituito i corpi delle persone che mancano all’appello.