Scontri interni alla Lega: Zaia e Salvini divisi dal coronavirus
L'emergenza Covid avrebbero fatto emergere ulteriori attriti tra i leghisti Luca Zaia e Matteo Salvini
La Lega pensa al leader del futuro, con due fazioni distinte che seguono i due più carismatici esponenti del Carroccio: da una parte il popolare Matteo Salvini, dall’altra il più istituzionale Luca Zaia. A esacerbare i rapporti tra i due, secondo Repubblica, sarebbe stato il coronavirus. Il segretario sembra aver abbracciato in pieno le teorie negazioniste, mentre il governatore del Veneto non perde occasione di ribadire l’importanza della mascherina.
A onor del vero, Matteo Salvini ha fatto dietrofront sulle mascherine, invitando soprattutto i giovani a indossarle. Ma non cambia l’atteggiamento del leader leghista verso l’emergenza Covid, con un “lassismo” che Luca Zaia non sarebbe ancora riuscito a digerire. Da parte sua il presidente della Regione continua a sottolineare la gravità della situazione, e avrebbe un’ordinanza pronta nel cassetto da utilizzare qualora i numeri del Veneto continuassero a salire.
Per Matteo Salvini non ci sarebbe una crisi nella leadership della Lega. Il segretario ha sottolineato che chiuderà il 2020 con un record di iscrizioni, con 200mila nuove tessere di partito. Ma, riporta Repubblica, il 30% degli iscritti alla Lega Nord non ha aderito alla nuova Lega per Salvini premier. E rimane ancorata ai valori tradizionali del partito, portati avanti dal Doge.
Dalle retrovie è tornato, in occasione della manifestazione della Lega a Cervia, anche il secondo uomo al comando, Giancarlo Giorgetti. Il vicesegretario del Carroccio sarebbe reduce da mesi di attriti con Matteo Salvini, che lo “rimprovera sempre di dire le cose sbagliate, ma poi avvengono puntualmente“. Almeno secondo quanto riporta Repubblica.
In pubblico Giancarlo Giorgetti dichiara che “noi al Governo ci torniamo“. E succederà “tra qualche mese”, quando il Governo “si troverà in grandissima difficoltà e chiederà aiuto, a quel punto l’opposizione dirà: non avete voluto la nostra mano, ora si torni al voto“.
Il vicesegretario della Lega ha spiegato a Cervia che Giorgia Meloni non rappresenta una minaccia per il parito. “Pare che ci stia togliendo dei consensi. Ma i sondaggi sono costruiti sulla sabbia”. La vera prova, ha sottolineato, sarà il 20 e il 21 settembre, con le elezioni in 6 regioni.