Sciame sismico nei Campi Flegrei a Napoli, parlano gli esperti di terremoti: dal rischio eruzione alla durata
Terremoti, eruzioni vulcaniche ed esplosioni freatiche: sono questi i fenomeni che preoccupano nei Campi Flegrei. Il punto degli esperti
Ormai da tempo i Campi Flegrei vengono scossi da terremoti di varia intensità. A parte alcune eccezioni, si tratta di eventi sismici relativamente contenuti. Nella popolazione serpeggia però la paura che il territorio possa venire flagellato da una scossa rovinosa o da un’eruzione vulcanica. Gli esperti hanno recentemente fatto il punto della situazione.
- Basso rischio di eruzione vulcanica
- Lo sciame sismico potrebbe continuare
- Rischio esplosioni freatiche
- Due scenari per i Campi Flegrei
Basso rischio di eruzione vulcanica
I Campi Flegrei sono interessati dal bradisismo. Si tratta di un lento e periodico movimento del suolo, che va alzandosi e abbassandosi.
Il fenomeno è di origine vulcanica ed è caratterizzato da una lunga serie di scosse di terremoto a bassa intensità.
Il rischio di eruzione vulcanica ai Campi Flegrei è “relativamente basso” rassicura Giovanni Macedonio, geofisico dell’Osservatorio vesuviano dell’Ingv intervistato da La Repubblica.
Macedonio aggiunge che “il monitoraggio dei Campi Flegrei è strettissimo”: il terreno viene controllato con satelliti e gps che permettono di notare “anche minime deformazioni del suolo”.
“Misuriamo temperatura e composizione dell’acqua e del gas che fuoriescono dal terreno, e non notiamo alterazioni da una decina di anni. Se lo scenario dovesse cambiare e il vulcano entrasse in crisi, molto probabilmente ce ne accorgeremmo“, rassicura lo scienziato.
Lo sciame sismico potrebbe continuare
È possibile che il territorio venga interessato da nuove attività sismiche, anche di intensità maggiore rispetto a quelle che si sono già verificate in tempi recenti.
Lo dice, intervistato da La Repubblica, Mauro Di Vito, direttore dell’Osservatorio vesuviano di Napoli e membro dell’Ingv.
Fra le ultime scosse registrate quella di maggiore intensità è stata di 4.2 gradi della scala Richter.
“Da 3-4 giorni notiamo un’ulteriore accelerazione del sollevamento del suolo. Poiché l’attività sismica è molto legata al sollevamento del terreno, è possibile che questo preluda a nuove scosse, anche più frequenti e intense“, spiega Di Vito.
“La stima della massima magnitudo attesa è di 5. Scosse così potrebbero già iniziare a danneggiare gli edifici“.
Lo scienziato puntualizza però che allo stato dei fatti non ci sono “elementi per prevedere se questo accadrà o meno”.
Rischio esplosioni freatiche
Ma oltre alle scosse di terremoto e alle eruzioni vulcaniche esiste anche un altro rischio.
“La nostra preoccupazione è legata sia alla sismicità, sia al fatto che queste temperature in particolari località potrebbero dare delle piccole esplosioni freatiche che non sono eruzioni di magma, ma è acqua che in questo stadio super critico può dare delle esplosioni”, spiega il presidente dell’Ingv Carlo Doglioni in audizione alla Camera.
“Quindi – aggiunge lo scienziato – considerato che negli ultimi mesi la sismicità non ha fatto altro che aumentare, sia in termini di numero di eventi, ravvicinamento degli sciami e aumento dell’energia, in questo momento non vediamo la fine“.
Doglioni esprime poi incertezza su possibili sviluppi degli eventi: può darsi che arrivino “rapidamente” come può darsi che, invece, “l’evoluzione possa essere ancora più dirompente“.
Due scenari per i Campi Flegrei
Secondo Carlo Doglioni sono due i possibili scenari relativi all’evoluzione della situazione dei Campi Flegrei: il migliore è che la crisi di bradisismo in corso termini come era accaduto per quella del 1983-84, il peggiore è un’eruzione simile a quella del 1538.
Nel caso di un’eruzione, ha aggiunto il presidente dell’Ingv, “non sappiamo né quando né dove potrebbe avvenire e per quanto piccola provocherebbe un disagio sociale”.
In ogni caso “è impossibile pensare che i Campi Flegrei si spengano perché sono un vulcano attivo”.