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Terremoto: cos’è, come avviene, le zone a rischio sismico, cosa fare e cosa non fare quando la terra trema

Perché avvengono i terremoti? Quanti terremoti ci sono ogni giorno in Italia? Come bisogna prepararsi a un terremoto? Le risposte a tutte le domande

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Milioni di italiani hanno avuto, almeno una volta, l’esperienza di un terremoto: i lampadari che oscillano, l’acqua nel bicchiere che crea una serie di piccole onde concentriche, il lieve senso di vertigine, le persone che commentano sui social per dire di aver avvertito le scosse… Ma non tutti sanno esattamente perché avvengono i terremoti.

Cos’è un terremoto

Un terremoto è un brusco rilascio di energia che avviene nel sottosuolo e che sviluppa una serie di onde sismiche. Terremoto e sisma sono sinonimi. Un sisma può avvenire a, relativamente, pochi metri dalla superficie o a chilometri nel sottosuolo.

Il punto preciso del sottosuolo in cui si verifica il sisma è denominato ipocentro e il suo punto corrispondente sulla superficie si chiama epicentro.

La magnitudo è l’energia sprigionata nell’ipocentro. Esistono varie tipologie di magnitudo e ciascuna è utilizzata dagli scienziati per una diversa finalità.

Quando i giornalisti parlano della magnitudo di un terremoto intendono la ‘magnitudo locale’ che fa riferimento alla scala Richter.

Perché avvengono i terremoti

Semplificando molto possiamo dire che la superficie terrestre non è composta da un unico blocco di rocce statiche, ma è suddivisa in placche. Placche che scivolano lentamente l’una sulle altre.

Terremoto movimento placche terrestriFonte foto: 123RF
Un’illustrazione 3D che mostra il movimento delle placche terrestri.

Gli strati che compongono la superficie del nostro pianeta sono in movimento costante: il mantello terrestre, la massa di rocce che si trovano fra la crosta e il nucleo, sale in superficie, lì si raffredda e poi risprofonda. Questi moti avvengono in senso circolare e spostano le placche. Il movimento è lento, ma continuo.

La pressione che viene generata da tali movimenti viene occasionalmente rilasciata sotto forma di una violenta scarica di energica. Ed ecco che avviene un terremoto. La superficie della Terra è attraversata da faglie. Le faglie sono effetto dei terremoti e corrispondono alle porzioni di crosta terrestre lungo le quali è più facile che avvenga il rilascio di energia.

Quanti terremoti ci sono al giorno nel mondo?

Ogni anno la Terra è scossa da migliaia di terremoti. L’agenzia statunitense USGS stima che ogni anno il pianeta venga scosso da circa 500mila eventi sismici, 100mila dei quali percepibili senza bisogno di apparecchi di rilevazione e 100 dei quali in grado di causare danni.

Quanti terremoti ci sono al giorno in Italia?

Quasi settimanalmente viene riportata la notizia di un terremoto in Italia. Nel mese di novembre si sono ad esempio registrati un terremoto in Calabria di magnitudo 5.1 e un terremoto in Friuli di magnitudo 3.2.

Queste scosse hanno comprensibilmente fatto notizia, ma in realtà fra il sisma calabrese e quello friulano si sono registrate una quantità di scosse minori. Per avere una stima dei terremoti che avvengono ogni anno in Italia dobbiamo fare riferimento all’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia).

Come rende noto l’INGV nel 2021 la Rete sismica nazionale ha registrato 16.095 terremoti sul territorio italiano e nelle zone limitrofe. Praticamente una media di 44 terremoti al giorno.

I terremoti sono in aumento?

La percezione dei cittadini è che negli ultimi tempi il numero dei terremoti sia in aumento. In realtà, come fa notare l’agenzia britannica BGS (British Geological Survey) il numero medio dei terremoti resta costante nel tempo, ma ciò che è aumentata è la consapevolezza dei fenomeni sismici anche per via della moltiplicazione esponenziale delle fonti di informazione.

Difficilmente, infatti, nell’epoca precedente ai social e a internet notizie di terremoti a bassa intensità avrebbero trovato spazio nei telegiornali nazionali.

Come si misura un terremoto

Due sismologi del passato hanno creato due scale utilizzabili per misurare i terremoti. Si tratta del milanese Giuseppe Mercalli e dell’americano Charles Richter.

Cosa misura la scala Mercalli

La scala Mercalli misura i danni provocati da un terremoto nell’ambito di un territorio. È una valutazione soggettiva ed è influenzata dalle tecniche costruttive messe in atto per realizzare gli edifici. La scala Mercalli non fornisce dunque informazioni circa l’effettiva potenza di un sisma.

Un vecchio edificio realizzato senza il rispetto dei criteri antisismici può per esempio essere seriamente danneggiato o del tutto distrutto da una scossa di intensità relativamente bassa, mentre un nuovo edificio con solide fondamenta e realizzato tenendo conto dei più moderni accorgimenti antisismici può uscirne indenne.

La scala Mercalli è composta da dodici livelli di intensità espressi in numeri romani, che vanno da ‘I – impercettibile’ a ‘XII completamente catastrofico’.

Cosa misura la scala Richter

La scala Richter misura l’energia liberata da un sisma. I gradi della scala Richter non progrediscono in maniera lineare, ma in modo esponenziale. Per spiegarne il funzionamento si può fare una similitudine fra l’energia di un sisma è il tritolo.

Il grado 1 della scala Richter corrisponde all’energia rilasciata dall’esplosione di 15 chili di tritolo, il grado 2 è pari a 500 chili di tritolo, il grado 3 a 15 tonnellate di tritolo, il grado 4 è pari alla bomba atomica di Hiroshima, e così via…

Un ipotetico grado 13 della scala Richter corrisponderebbe a 476.880 miliardi di tonnellate di tritolo, ovvero all’energia sprigionata dall’impatto dell’asteroide che 65 milioni di anni fa ha sterminato i dinosauri.

Il terremoto in tempo reale

Il sito dell’INGV mostra i terremoti in Italia (e non solo) in tempo reale. La maggior parte degli eventi sismici che avvengono sul territorio italiano sono scosse di minore intensità. Gli eventi più importanti sono postati sull’account Twitter INGVterremoti.

I terremoti più forti di sempre

Per trovare i terremoti più forti in Italia, facendo una top 10, bisogna risalire a molti anni nel passato.

Nella lista luogo, data e magnitudo fra parentesi:

Sicilia, 11/01/1693 (7,50/7,70)
Stretto di Messina, 28/12/1908 (7,50)
Appennino centro-meridionale, 05/12/1456 (7,30)
Basilicata, 16/12/1857 (7,10)
Calabria, 05/02/1783 (7,10)
Calabria, 27/03/1638 (7,10)
Calabria, 05/06/1688, (7,10)
Calabria, 28/03/1783 (7,00)
Calabria, 08/09/1905 (6,95)
Norcino, Reatino e Aquilano, 14/01/1703 (6,92)

Superando i confini dell’Italia, la top 10 dei terremoti più forti della storia è la seguente:

Cile, 22/05/1960 (9,50)
Indonesia, 26/12/2004 (9,30)
Alaska, 28/03/1964 (9,20)
Giappone, 11/03/2011 (9,00)
Russia, 04/11/1952 (9,00)
Cile, 13/08/1868 (9,00)
USA, 26/01/1700 (8,70/9,20)
Giappone, 09/07/1869 (8,90)
Giappone, 02/12/1611 (8,90)
Bangladesh, 02/04/1762 (8,80)

Per gli eventi avvenuti nei secoli passati l’intensità della magnitudo è stata ricostruita facendo riferimento alle fonti storiche.

Terremoti e zone a rischio sismico

Come si nota dagli elenchi sopra riportati, alcune aree geografiche sono state colpite da più di un sisma devastante (in Italia la Calabria, nel mondo il Giappone).

Si può dunque determinare quali sono le zone a maggiore rischio sismico? La risposta è sì. Una mappa aggiornata e interattiva del rischio sismico nei vari paesi del mondo è consultabile sul sito della fondazione GEM (Global Earthquake Model).

Fra i partner di Gem, c’è anche la Protezione civile italiana. Il sito permette di scaricare report in PDF su ciascun paese del globo, con indicazioni su aree a rischio sismico, zone dove si è registrato il maggior numero di vittime e molti altri dati.

Anche il sito dell’ISPRA (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) mostra una mappa interattiva delle faglie attualmente attive in Italia, con relative zone a rischio sismico. Come si nota visionando la mappa, un po’ tutto lo Stivale è adagiato su una serie di faglie.

È possibile prevedere un terremoto?

Conoscendo le zone a rischio sismico è possibile prevedere un terremoto, magari avendo indicazioni esatte su giorno e intensità dell’evento sismico? La risposta è no.

L’unico tipo di previsione che si può fare è quella di tipo probabilistico basata sulle serie storiche degli eventi sismici e sulla presenza di faglie sottostanti.

Terremoti: cosa fare e cosa non fare

Sapere cosa fare durante un terremoto di alta magnitudo può fare la differenza fra la vita e la morte. Il vademecum della Protezione civile e quello della Croce rossa italiana offrono ottimi suggerimenti.

Si basano essenzialmente sul sapere cosa fare prima, dopo e durante il sisma, tenendo presente se siamo all’aperto o al chiuso. Di seguito una sintesi delle indicazioni.

Cosa fare se ti trovi al chiuso: trova un riparo. Cerca una porta inserita in un muro portante e riparati lì. Oppure mettiti sotto a una trave o sotto a un tavolo robusto. Allontanati da mobili, lampadari pesanti, specchi a parete e da tutto ciò che può staccarsi e caderti addosso.

Se devi uscire evita l’ascensore, perché può bloccarsi. Ma anche le scale sono pericolose, perché possono crollare.

Se si decide di uscire, proteggersi i piedi: la strada potrebbe essere piena di vetri infranti.

Cosa fare se sei all’aperto: è bene allontanarsi da edifici, ponti e linee elettriche. Meglio stare lontani da terreni franosi perché potrebbero crearsi smottamenti. Su spiagge e sui bordi dei laghi c’è il rischio di tsunami o onde anomale.

Individuare i feriti e tenersi pronti a segnalare ai soccorritori i casi che necessitano di cure, ma senza toccare o spostare i feriti.

In entrambi i casi bisogna raggiungere al più presto le aree di attesa individuate dal piano di emergenza comunale. Ma ci sono altri comportamenti che servono a salvaguardare l’incolumità altrui: evitare di utilizzare il telefono per non intasare le linee e non prendere l’auto per lasciare le strade libere per ambulanze, vigili del fuoco, protezione civile e forze dell’ordine.

Il modo migliore di affrontare un terremoto è certamente quello di essere preparati, a maggior ragione se si vive in un’area ad alto rischio sismico: a casa non dovrebbe mai mancare un kit d’emergenza composto da una cassetta di pronto soccorso, una torcia elettrica, una radio a pile, un estintore. Tutti i membri della famiglia devono sapere dove si trova il kit.

Bisogna sapere dove si chiudono i rubinetti di gas e acqua e l’interruttore generale della luce. Armadi e librerie più alte e pesanti vanno fissati al muro con viti e tasselli. I complementi d’arredo più pesanti come vasi o statuette non vanno tenuti sulle mensole più alte.

È bene conoscere la classificazione sismica del proprio comune e i piani d’emergenza comunali, che sono consultabili sul sito internet della città in cui si risiede.

Ecco, a titolo d’esempio, il piano di Protezione civile del comune di Roma con l’indicazione del rischio sismico e l’elenco delle aree di emergenza e degli edifici strategici. Scuole e luoghi di lavoro poi predispongono generalmente dei piani d’emergenza che è bene conoscere.

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