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Scomparsa di Sara Pedri, nuove rivelazioni sul mobbing in ospedale

Cosa è emerso dalle indagini dei carabinieri del Nas nel reparto di ginecologia dove lavorava Sara Pedri, scomparsa dal 4 marzo scorso

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Nel reparto di ginecologia e ostetricia dell’ospedale Santa Chiara di Trento ci sarebbero stati 14 casi di maltrattamento ai danni di altrettanti operatori sanitari. È quanto emerso dalle indagini dei carabinieri del Nas nell’ambito delle indagini sulla scomparsa di Sara Pedri, la ginecologa forlivese di 32 anni di cui non si sa più nulla dal 4 marzo scorso.

Nel corso delle ispezioni condotte nell’ospedale trentino, dove la ginecologa lavorava e da cui si era dimessa prima di far perdere le sue tracce, i militari avrebbero raccolto prove di mobbing e maltrattamenti nei confronti di 14 tra medici e infermieri.

Accuse, riporta il Corriere della Sera, contenute nell’informativa inviata dai carabinieri alla pm di Trento Licia Scagliarini, titolare dell’indagine sulla scomparsa di Sara Pedri.

Nella relazione i militari indicano alla procura di iscrivere nel registro degli indagati, con l’ipotesi di reato di maltrattamenti, i due dirigenti del reparto di ginecologia del Santa Chiara, l’ex primario Saverio Tateo e la vice Liliana Mereu.

Stando a quanto raccolto dai carabinieri, almeno quattordici tra medici e infermieri a partire dal gennaio 2018 sarebbero stati  presi di mira dall’ex primario e dalla sua vice con “comportamenti non professionali”, demansionamenti e insulti.

Un clima di terrore e umiliazioni che potrebbe aver contribuito a spingere Sara Pedri ad un gesto estremo nei pressi del lago di Santa Giustina, dove sono state perse le tracce della ragazza.

Sara Pedri, le accuse di mobbing

Nelle scorse settimane è emerso che altre sei colleghe ginecologhe della 32enne scomparsa sarebbero pronte a farsi avanti e avviare una causa per mobbing per il clima di terrore vissuto al Santa Chiara.

Nel frattempo, il 12 luglio, Tateo e Mereu sono stati trasferiti in altra struttura a seguito delle “criticità oggettive” emerse dalle indagini della commissione d’inchiesta istituita dall’azienda sanitaria provinciale di Trento.

Fonte foto: ANSA

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