Salvini, giravolta sull'invio di armi in Ucraina: dietrofront a poche ore dal "no"
"Non in mio nome" aveva detto il segretario della Lega in tv. Poi ha allineato il partito al governo, favorevole a mandare armamenti al fronte
Giravolta di Salvini sull’invio di armi ai combattenti in Ucraina. Il segretario della Lega ha prima detto “non in mio nome” sull’invio di strumentazione bellica al fronte, poi ha allineato la Lega alle posizioni della maggioranza e del governo, quest’ultimo d’accordo con l’Unione Europea sul fornire supporto, anche sotto forma di armamenti, al Paese invaso dai russi.
Armi in Ucraina, cosa ha detto Salvini: “Non in mio nome”. Così il segretario della lega a Lucia Annunziata
Ieri intervenedo a Mezz’Ora in più di Lucia Annunziata su Rai 3, Matteo Salvini aveva preso una posizione nettamente distinta da quella del governo sulla guerra in Ucraina. “All’Europa – ha detto il leader della Lega – chiedo non di distribuire armi letali ai confini con la Russia, ma di perseguire la via del Santo Padre: confronto, dialogo, diplomazia, sanzioni”.
La linea dell’esecutivo coincide con quella esplicitata dall’Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell. La linea dell’Ue, fortemente sostenuta, all’interno della maggioranza, dal Partito Democratico, consiste nel fornire “materiale letale all’eroico esercito ucraino“.
“Sono un tifoso dell’introduzione del servizio militare e civile – è la posizione di Salvini – ma preferisco parlare di corridoi umanitari e non voglio che la risposta dell’Italia e dell’Europa, culla di civiltà, sia che distribuisca armi letali”.
“Non in mio nome“, la sintesi del segretario leghista.
Armi al fronte, la giravolta del leader leghista che ha allineato il partito alla politica estera del governo
Matteo Salvini ha frenato dopo solo qualche ora: “Piena fiducia in Draghi e nel governo per fermare, con ogni intervento e aiuto necessario, l’aggressione russa, le bombe e il sangue”. L’intervento arriva a poche ore dalle dichiarazioni in tv. “La Lega vuole la pace, lavora per la pace, prega per la pace”. E ancora: “Ucraina e Russia parlano di dialogo e incontri diplomatici, questa è la via”.
Il governo, in una nota quasi contemporanea alle dichiarazioni che hanno accompagnato il riposizionamento di Salvini, aveva espresso “pieno e convinto appoggio al pacchetto di misure contro la Federazione Russa presentato dalla Commissione Europea”.
Salvini su Putin e l’ipotesi nucleare: il russo farà ricorso alla bomba atomica? Per il leghista, la risposta è no.
“L’Europa ha interesse a intrattenere buone relazioni con la Russia – ha continuato Salvini su Rai 3 – Spero che a Mosca qualcuno capisca che si è spinto troppo avanti. La Russia non penso voglia scatenare una guerra nucleare”.
“Il mondo è nel terrore – ha continuato Salvini – perché se il conflitto si allarga rischia di essere un disastro. In queste ore continuo a ritenere che col popolo russo occorra dialogare, dopo che la guerra si sarà fermata e chi ha sbagliato avrà pagato. Stiamo parlando del paese più esteso del mondo, con una cultura affascinante e incredibile, che non penso voglia scatenare una guerra nucleare“.