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CRONACA NERA

Rovigo, prof colpita con una pistola ad aria compressa in classe: "Denuncio tutti i 24 studenti". Il suo sfogo

La prof di Rovigo apparsa in un video in cui, in classe, alcuni studenti le sparavano con una pistola ad aria compressa ha deciso di denunciare tutti

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Stefano D'Alessio

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista. Laureato in Comunicazione, per anni si è occupato di sport e spettacolo. Scrive anche di attualità, cronaca e politica. Ha collaborato con importanti testate e programmi radio e tv, a livello nazionale e locale.

Maria Luisa Finatti, la professoressa di Scienze e Biologia all’Itis Marchesini di Rovigo apparsa 3 mesi fa in un video in cui alcuni studenti le sparavano in classe durante la lezione con una pistola ad aria compressa, ha deciso di denunciare tutti gli studenti presenti in aula.

La denuncia

L’insegnante, come riporta ‘La Repubblica’, ha denunciato tutti i 24 studenti di quella classe. La denuncia è stata depositata dai suoi avvocati Nicola Rubiero e Tosca Sambinello presso il Tribunale dei Minori di Venezia.

La stessa insegnante ha spiegato così la sua decisione in un’intervista a ‘La Repubblica’: “Li denuncio tutti per difendere la mia dignità e quella dei miei colleghi, ma soprattutto perché è stato oltrepassato un confine”. E poi: “Lo faccio perché spero non succeda più a nessuno. Il nostro mestiere non può diventare pericoloso e in questo i genitori dovrebbero essere nostri alleati, invece sono totalmente schierati con i figli”.

I fatti sono avvenuti a Rovigo, in Veneto.

Il ricordo di quel giorno

Maria Luisa Finatti ha raccontato così quel giorno: “Era l’11 ottobre scorso, un mese dopo l’inizio della scuola. Erano studenti di prima, appena arrivati alle superiori. Hanno avuto il coraggio di spararmi per ben 2 volte, una all’inizio della lezione e poi anche alla fine. Quattro o cinque pallini contro di me, mirando in faccia. Mi hanno colpito allo zigomo“.

Il racconto della professoressa è proseguito così: “Non mi sono resa conto subito della situazione, non pensavo potessero arrivare a tanto. Alcuni di loro avevano organizzato tutto: uno ha portato la pistola, uno ha sparato, altri hanno filmato con i telefonini. E tutto per cosa? Per diventare famosi, per guadagnare follower su Instagram e TikTok. A loro interessava solo quello. Con la complicità dell’intera classe”.

L’insegnante ha spiegato così la decisione di non interrompere la lezione: “Non ero lucida e, dopo una sfuriata, ho pensato che fosse mio dovere restare in cattedra. Ho continuato a spiegare. Alla fine dell’ora, però, mentre stavo per scrivere sul registro quel che era accaduto, ecco la seconda serie di spari. Sono uscita dall’aula piangendo“.

Cosa è successo dopo

La professoressa Maria Luisa Finatti ha raccontato anche cosa è successo dopo quell’evento: “Sono rimasta a casa qualche giorno e ho passato più di qualche notte insonne. Non ho più insegnato in quella classe. L’ansia, però, c’è ancora, così come il timore di essere derisa. Un collega ha dovuto dare una nota a due ragazzi, perché scimmiottavano la mia reazione dopo i primi spari. C’è un’altra cosa, però, che mi ha ferito: a eccezione di un ragazzo, nessuno è venuto a scusarsi: né tra gli studenti, né tra i genitori. Lo reputo un atteggiamento molto grave”.

Fonte foto: iStock - GlobalStock

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