Riforma giustizia, cosa cambia e perché è caos tra i 5 Stelle

Il via libera in Consiglio dei ministri alla riforma della giustizia ha causato un vero e proprio terremoto all’interno del Movimento 5 Stelle, già fortemente lacerato dai conflitti interni scaturiti dal duopolio Conte-Grillo. Lo stesso ex premier ha punzecchiato l’attuale governo definendo la riforma “un’anomalia italiana”.

Riforma giustizia, Draghi chiama Grillo

Appare più difficile il percorso di approvazione in Parlamento, al punto che il premier Draghi giovedì ha sentito Grillo, come riporta l’Ansa, per assicurarsi che una riforma così importante per il Recover plan venga votata dai 5 Stelle. Dal canto suo Grillo, stando a quanto si apprende, avrebbe rassicurato il premier.

Gli aspetti più controversi e dibattuti della riforma, che hanno fatto infuriare i “contiani”, riguardano l’allungamento dei tempi processuali sui reati contro la Pubblica amministrazione, come corruzione e concussione, e il blocco della prescrizione dopo la sentenza di primo grado.

Riforma giustizia, cosa cambia e perché il M5s è diviso

Conte, pur lodando il lavoro della ministra Cartabia, ha gettato una secchiata d’acqua gelida durante un convegno dei giovani imprenditori di Confindustria: “Mi dispiace, ma io non canterei vittoria, sulla prescrizione siamo ritornati a una anomalia italiana che era nel passato e lo sarà nel futuro”.

Nel processo di appello verrebbe introdotto il termine massimo di due anni, oltre il quale si dichiarerebbe l’improcedibilità. Un aspetto che non soddisfa nemmeno l’ex ministro della Giustizia Alfonso Bonafede: “Ho sinceramente apprezzato i tentativi della ministra Cartabia di trovare una sintesi oggettivamente difficile: tuttavia, è evidente (e legittimo) che sulla prescrizione la pensiamo in maniera diversa”.

In questo scenario si inseriscono anche le altre forze parlamentari: Italia Viva e Forza Italia hanno già annunciato proposte di modifica. “Si può correggere qualcosa, accogliere le richieste dei sindaci”, ha dichiarato Tajani.