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Rachele Silvestri di FdI costretta al test del Dna per dimostrare la paternità del figlio: lettera dell'ex M5S

In una lettera al "Corriere della Sera", la deputata Fdi Rachele Silvestri ha spiegato perché è stata costretta a sottoporre il figlio al test del Dna

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Simone Vazzana

GIORNALISTA

Giornalista professionista, è caporedattore di Virgilio Notizie. Ha lavorato per importanti testate e tv nazionali. Scrive di attualità, soprattutto di Politica, Esteri, Economia e Cronaca. Si occupa anche di data journalism e fact-checking.

Una lettera pubblica. Rachele Silvestri, deputata di FdI ed ex M5S, ne ha inviata una al ‘Corriere della Sera’, in cui ha scritto di essere stata “costretta” a fare il test del Dna per dimostrare la paternità del figlio, di appena tre mesi, negando le voci su un suo presunto tradimento, peraltro con un collega di Fratelli d’Italia.

La lettera di Rachele Silvestri

Rachele Silvestri, nella sua lettera inviata al ‘Corriere della Sera’ e pubblicata mercoledì 5 marzo, ha scritto di essere “stata costretta a fare il test di paternità per mio figlio di soli tre mesi. E il padre è proprio Fabio, il mio compagno. Naturalmente, non avevo dubbi”.

E ancora: “Perché, quindi, l’ho fatto? E, soprattutto, perché chiedo che venga riportata la notizia sui giornali? Se la fantasia (o la curiosità) vi sta portando chissà dove, leggete, e poi, mi auguro, vi indignerete insieme a me. Perché, delle volte, la becera realtà arriva a superare anche la più fervida fantasia”.

Perché Rachele Silvestri ha fatto il test del Dna al figlio

A spiegare il motivo del test è stata la stessa Rachele Silvestri.

Nella lettera, ricorda che nel 2019 è uscita dal Movimento 5 Stelle e, dopo un periodo nel Gruppo misto, di aver aderito a Fratelli d’Italia.

Silvestri la definisce “una scelta di cuore e di ragione, perché col partito di Giorgia Meloni (che in questi giorni ha lanciato la proposta di un liceo del made in Italy, ndr) condividevo da tempo le idee e il coraggio”.

Nel marzo 2023, però, un’amica riferisce alla deputata che gira una voce insistente: “Il mio bambino non sarebbe figlio del mio compagno, ma di un politico molto influente di Fratelli d’Italia, a sua volta sposato. Mio figlio sarebbe, quindi, nato da una relazione clandestina, grazie alla quale io avrei anche ottenuto la mia candidatura“.

Rachele Silvestri sottolinea che “non bisogna essere una donna per capire lo schifo, la violenza, l’umiliazione“.

La deputata si chiede poi “in quanti modi il corpo di una donna può essere violato, calpestato, abusato? Quante volte il dono della procreazione può essere strumentalizzato e degradato? In nome di cosa è giustificabile la violenza su un bambino appena nato?“.

Chi ha messo in giro la voce

Rachele Silvestri chiude la lettere ammettendo di non sapere chi sia stato a mettere in giro la voce, puntando comunque il dito contro coloro che “hanno scelto di condividere una evidente calunnia, di telefono in telefono, di chat in chat, rendendosi complici di questo schifo. Anche chi sa ma ha deciso di non parlare lo è”.

Infine, la deputata conclude dicendo di aver scelto di “rendere pubblica questa storia per tutelare mio figlio e Fabio, legittimo papà e mio amato compagno. Il mio augurio è che nessuno sia indulgente con l’autore della calunnia e con chi contribuisce a diffonderla”.

Chi è Rachele Silvestri

Rachele Silvestri è nata ad Ascoli Piceno il 30 agosto 1986.

Dopo essersi diplomata a un istituto tecnico commerciale, ha lavorato in un supermercato della città natale come addetta alle vendite.

Alle elezioni politiche del 2018 è stata eletta deputata col Movimento 5 Stelle, diventando membro e segretaria (fino al 2020) della X Commissione attività produttive, commercio e turismo.

Il 9 gennaio 2020, infatti, ha lasciato il M5S per passare al Gruppo misto.

Il 18 marzo 2021 ha aderito a Fratelli d’Italia insieme a Massimiliano De Toma e Tiziana Drago, altri due ex pentastellati.

Alle elezioni 2022 è stata rieletta deputata con FdI.

Fonte foto: ANSA

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