Quando cambia l'ora legale nel 2023 e quali sono i benefici e gli effetti negativi secondo l'esperto
Domenica 26 marzo torna l'ora legale, lancette avanti di un'ora dalle 2 alle 3. Pro e contro secondo l'esperto: l'intervista a Roberto Manfredini
È di nuovo tempo di spostare le lancette degli orologi: nella notte tra sabato 25 e domenica 26 marzo 2023 si torna all’ora legale. Lancette avanti di un’ora, dalle 2 alle 3. Questo salto comporta un indubbio risparmio energetico, perché si guadagna un’ora di luce in più alla sera, ma se ne perde una al mattino presto. Da segnalare però il fatto che, considerando l’allungamento delle giornate fino all’estate, il sole sorgerà progressivamente prima. Il tutto fino al 29 ottobre 2023, quando tornerà l’ora solare. Ma quali sono i benefici e gli effetti negativi per la salute? Risponde, intervistato da ‘Virgilio Notizie’, il professore Roberto Manfredini, ordinario di Medicina interna presso l’Università di Ferrara e tra i maggiori esperti internazionali di cronobiologia.
- Quando cambia l'ora legale a marzo 2023
- Quali Paesi adottano l'ora legale e chi vuole abolirla
- L'intervista a Roberto Manfredini
Quando cambia l’ora legale a marzo 2023
L’ora legale 2023 entra in vigore nella notte tra sabato 25 e domenica 26 marzo, con le lancette che alle 2 si sposteranno avanti di un’ora, segnando le 3.
L’ora legale rimarrà fino al 29 ottobre 2023, ossia l’ultima domenica di quel mese, con il consueto ritorno a quella solare.
Quali Paesi adottano l’ora legale e chi vuole abolirla
Dal 1996 tutti i Paesi dell’Unione europea, più la Svizzera e quelli dell’Est Europa, adottano lo stesso calendario per l’ora legale, nonostante le polemiche di alcuni Stati membri.
L’ora legale non piace soprattutto alle nazioni che hanno meno luce solare, poiché posizionati al nord del continente.
Dopo un referendum, che ha registrato l’84% di partecipanti favorevoli all’eliminazione dell’ora legale, è nata una proposta della Commissione (datata 2018) sostenuta anche in sede parlamentare.
Italia e Spagna, che beneficiano della consuetudine attualmente vigente in termini di risparmi energetici, si sono opposte: al momento, quindi, l’abolizione sembra lontana, almeno nel nostro Paese.
L’intervista a Roberto Manfredini
Nonostante l’annunciato addio a livello europeo, al momento si continuerà a mantenere il passaggio di orario per due volte l’anno. Con buona pace di chi soffre l’adattamento, come se fosse un vero e proprio mini jet lag.
Quali sono i pro e contro? Lo spiega a ‘Virgilio Notizie’ Roberto Manfredini, professore ordinario di Medicina interna presso l’Università di Ferrara e tra i maggiori esperti internazionali di cronobiologia.
Col ritorno dell’ora legale le giornate si allungano: è vero che, aumentando l’esposizione al sole, si assume più vitamina D?
“In realtà poter avere un’ora in più di luce al pomeriggio/sera non significa godere di più sole in assoluto perché noi stiamo modificando solo la posizione delle lancette dell’orologio, non la ‘quantità’ di sole disponibile. Il passaggio all’ora legale, inoltre, è peggiore rispetto a quello all’ora solare, che avviene in autunno, perché il nostro organismo funziona con ritmi circadiani di luce-buio più lunghi delle 24 ore, quindi soffre maggiormente la carenza di sonno quando si ‘accorcia’ la giornata in occasione del cambio dell’ora”, spiega Manfredini.
Che impatto ha il cambio dell’ora sulla salute?
“Analizzando i dati della comunità europea, in effetti, si nota come i passaggi di orario incidono sulle spese sanitarie per l’1% del Pil, cioè 130 miliardi di euro. Significa che si calcola che per 1/3 della popolazione ci siano effetti negativi per la carenza di sonno, per 1/3 sono conseguenze di poco conto, mentre 1/3 non avverte il cambio. Per questi motivi in molti ritengono sia meglio abolire il cambio dell’ora due volte all’anno, tenendo uno solo dei due sistemi orari – prosegue il cronobiologo – Negli Usa, per esempio, il Senato ha già votato per mantenere l’ora legale tutto l’anno e ora il testo dovrà passare alla Camera, anche se neurologi, pediatri e altri specialisti ritengono sia meglio l’ora solare”.
Perché l’ora solare potrebbe “fare meglio” rispetto all’ora legale? Non si parla spesso di benefici anche economici?
“Gli studi mostrano che con l’ora legale si risparmia economicamente, perché si tiene accesa di meno la luce di sera, ma spesso non si pensa al costo dei condizionatori, per esempio, in estate quando si va a dormire anche più tardi complici le giornate più lunghe. Ad avvantaggiarsi, invece, sono sicuramente le attività commerciali come locali, bar e negozi, che possono rimanere aperti di più”, conferma Manfredini.
A livello di benessere mentale, invece, chi si avvantaggia di più delle giornate più lunghe?
“Senz’altro le cosiddette ‘allodole’, i mattinieri, coloro che rendono meglio al mattino, mentre i ‘gufi’ soffrono di più. I dati degli studi internazionali mostrano, in effetti, che soprattutto nei primi giorni del cambio d’ora si registra il 20-30% in più (in Australia anche il 40% in più) di incidenti stradali. Questo a causa di maggiore sonnolenza, riflessi ritardati, sonnolenza notturna e calo di attenzione”, spiega l’esperto.
Secondo alcuni pediatri a beneficiare dell’ora solare sarebbero anche alunni e studenti, che vedrebbero migliorare il proprio rendimento scolastico, mentre con l’ora legale ci sarebbero voti più bassi. Cosa ne pensa?
“La discussione scientifica è accesa da tempo su questo punto. Il fatto è che bambini e ragazzi, complici gli smartphone e gli altri device, tendono a rimanere svegli di più alla sera. Questo, unito al fatto che col passaggio all’ora legale si dorme un’ora in meno, si traduce in un calo di rendimento a scuola, perché le lezioni sono appunto al mattino, quando c’è più sonnolenza – spiega Manfredini – Al contrario, sarebbero avvantaggiati i cronotipi ‘allodole’. Ma conseguenze sulla salute ci sono anche per gli adulti”.
I soggetti a maggior rischio sono cardiopatici e sovrappeso. Secondo l’American Time Use Survey, mattine più buie e sere più luminose potrebbero avere effetti negativi sulla quantità di sonno, e di conseguenza anche sul rischio di obesità e malattie metaboliche come il diabete, con conseguenze anche sul cuore. Perché?
“Per più di un motivo. Il primo è che la deprivazione di sonno porta a modificazioni ormonali, che a lungo andare incidono sul metabolismo: si può avere un aumento degli ormoni dello stress e anche di quelli che regolano il senso di fame e di sazietà. In più pensiamo che si è portati anche a mangiare di più di sera, che invece è il momento del giorno si dovrebbe stare più leggeri. Sembra strano che tutto questo possa accadere per lo spostamento di un’ora dell’orologio, ma ricordiamo che alcuni studi hanno dimostrato come, in una camera chiusa con luna piena, si dorme un minuto o due di meno: significa che l’organismo percepisce, la differenza”, spiega l’esperto.
Quali sono i consigli da seguire per ridurre queste conseguenze?
“Chi sa di soffrire del cambio dell’ora è bene che inizi una sorta di pre-adattamento qualche giorno prima, andando a letto un’ora prima. Un altro suggerimento è quello di andare, domenica mattina, a fare una passeggiata di almeno mezzora all’aria aperta e al sole. In questo modo si faciliterà la sincronizzazione dell’orologio biologico e si potrà dormire meglio di notte. Se possibile, poi, si potrebbe pensare di andare al lavoro in bici o a piedi per qualche giorno, proprio per godere della luce del mattino e aiutare il reset dell’organismo”, conclude Manfredini.