Pietro Maso ricorda i genitori 31 anni dopo l'omicidio: "Mi mancano, ma voglio essere dimenticato"
31 anni dopo quella tragica notte di sangue, Pietro Maso confessa di sentire la mancanza dei suoi genitori e di vivere nel rimorso
Con lo sguardo provato dal carcere e dal rimorso, Pietro Maso ha ricordato i genitori in quella che egli stesso ha definito l’ultima intervista sull’omicidio dell’aprile 1991. Si è raccontato, Maso, nella puntata di ‘Cronache Criminali’ andata in onda lunedì 14 novembre su Rai 1 con la conduzione di Giancarlo de Cataldo.
- Pietro Maso ricorda i genitori: "Mi mancano"
- La strage del 17 aprile 1991
- Pietro Maso oggi: il giardiniere che aiuta i carcerati
Pietro Maso ricorda i genitori: “Mi mancano”
Si è messo a nudo, Pietro Maso, in quella che ha dichiarato essere “l’ultima intervista sull’omicidio dei miei genitori”.
Un uomo profondamente cambiato, quello che si presenta alle telecamere ben 31 anni dopo quella tragica notte fatta di dolore, sangue e morte. A più riprese Maso si è detto pentito per quella strage e ad oggi, spiega, non esiste giorno in cui non pensi ai suoi genitori e non senta il desiderio di viaggiare a ritroso nel tempo per fermarsi prima del duplice delitto.
Alle telecamere di ‘Cronache Criminali’, l’ormai 54enne Pietro Maso racconta: “Mi sarebbe piaciuto prendere le mani di mio papà e dire ‘ti voglio bene’, o quelle di mia mamma, però non ci sono mai riuscito. Ed è una cosa per cui oggi soffro. E mi manca la possibilità di dire ai miei genitori che ho bisogno di loro. Perché la vita è difficile e avrei bisogno anche io di essere confortato e di dare i miei valori, i miei sentimenti, le mie emozioni ai miei genitori. Umanamente mi mancano, perché vorrei il contatto fisico, però spiritualmente mi sono vicini e questo è già molto per me”.
La strage del 17 aprile 1991
Nella notte tra il 16 e il 17 aprile 1991 a Montecchia di Crosara (Verona) si consumò il duplice omicidio di Antonio Maso e Mariarosa Tessari.
Sullo sfondo c’erano gli anni ’90 di una provincia che tutto sommato godeva di un certo benessere, e la famiglia Maso si poteva considerare benestante. Il giovane Pietro, 19 anni, subiva il fascino del bello e dannato, un modello che era proprio di ‘Miami Vice’ ma che veniva anche dallo ‘Scarface’ di Brian De Palma.
Pietro voleva quella vita da personaggio noir senza scrupoli né paure, disposto a tutto pur di osservare la società dell’alto dell’agio. A Montecchia si faceva notare mentre accendeva sigarette bruciando banconote da 100mila lire, quando offriva da bere a tutti, quando sfrecciava sulle macchine sportive e quando veniva emulato e rispettato dai suoi amici.
Ciò non gli bastava, per cui pensò che l’unica strada possibile vesso il benessere fosse appropriarsi dell’eredità dei suoi genitori.
Per questo, dopo alcuni tentativi mai andati a buon fine, Pietro Maso pianificò l’uccisione dei suoi genitori insieme ai suoi amici.
Nella notte tra il 16 e il 17 aprile 1991 a Montecchia di Crosara (Verona) c’era un forte temporale. Pietro e i suoi amici Damiano Burato, Paolo Cavazza e Giorgio Carbognin indossarono un travestimento con tute e maschere e attesero Antonio Maso e Mariarosa Tessari nella loro casa, mentre la coppia si trovava fuori per una serata di preghiera.
Al loro rientro, la banda aggredì i coniugi con spranghe, padelle e un bloccasterzo. Qualche ora più tardi Pietro Maso fece finta di rientrare dalla discoteca e di scoprire l’orrore, e chiese aiuto ai vicini.
In un primo momento fu battuta la pista dell’omicidio a scopo di rapina, ma gli atteggiamenti di Pietro Maso insospettirono gli inquirenti.
Il ‘Caso Maso’, così definito dalla stampa, si collocò nello stesso filone della strage compiuta da Doretta Graneris nel 1975 e, qualche anno più tardi, da Erika De Nardo e Omar Favaro a Novi Ligure.
Nel 2013 Pietro Maso è tornato in libertà. Nel 2016 tentò una corrispondenza epistolare con Manuel Foffo, colpevole insieme a Marco Prato nell’omicidio di Luca Varani. Maso gli scrisse una volta appreso dalla stampa che Foffo avrebbe voluto uccidere suo padre Walter, ma Manuel declinò ogni tentativo.
Pietro Maso oggi: il giardiniere che aiuta i carcerati
Oggi Pietro Maso svolge attività di giardiniere e aiuta i carcerati a reinserirsi nella società tramite la onlus La Pietra Scartata. La sua speranza è essere dimenticato dal momento che, negli anni, ha scoperto un percorso di fede attraverso il quale ha trovato la sua redenzione.
Per questo Maso, alle telecamere di ‘Cronache Criminali’, sbatte nervosamente le palpebre quando ricorda quella notte: il rimorso non lo abbandona e, come ricordano durante il servizio, l’attenzione mediatica fu altissima con gli speciali curati da Gad Lerner e Michele Santoro, che nelle loro trasmissioni raccoglievano i commenti di chi, prima della strage, conosceva Maso e la sua banda.