Perché i tumori tra i giovani sono in aumento: l'intervista al professore Saverio Cinieri, presidente Aiom
Tumori in aumento tra i giovani, cresce soprattutto il cancro al seno tra le donne under 50: l'intervista a Saverio Cinieri, presidente dell’Aiom
La ricerca compie passi da gigante, offrendo sempre nuove terapie contro i tumori, ma il numero di casi è in aumento, soprattutto tra i giovani. La tendenza è in corso da qualche tempo, ma il nuovo allarme arriva da un ampio studio internazionale, pubblicato sulla rivista scientifica Jama Network Open. Ai microfoni di Virgilio Notizie ne ha parlato Saverio Cinieri, presidente dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom).
Lo studio sull’aumento dei tumori tra i giovani
Condotto su un campione di oltre 560 mila persone negli Stati Uniti tra il 2010 e il 2019, il lavoro mostra una crescita dei tassi di incidenza dei tumori a insorgenza precoce, soprattutto negli under 50 e nelle donne. In particolare, le diagnosi tra i 30 e i 39 anni negli Usa sono aumentate del 19,4% e del 5,3% nella fascia di età compresa tra i 20 e i 29 anni.
L’intervista a Saverio Cinieri
Si tratta, dunque, di una conferma a un trend già emerso? “Certamente. Non stupisce che ci sia un incremento di casi di tumore tra gli under 40, che è una tendenza nota sia in letteratura che nell’esperienza degli oncologi”, conferma a Virgilio Notizie Saverio Cinieri, presidente dell’Aiom, l’Associazione italiana di oncologia medica.
Dallo studio pubblicato su Jama Network Open emerge che i tumori maggiormente in aumento sono quelli che interessano il tratto gastrointestinale. Perché? Quanto conta lo stile di vita?
“Ricordiamo che circa il 35-40% delle nuove diagnosi di neoplasie è legata ad alterazioni dello stile di vita, che interessano soprattutto i giovani e i bambini, tra i quali l’obesità è in forte aumento. Questo a sua volta è legato all’aumento di tumori a carico dell’apparato gastrointestinale, per quanto riguarda l’alimentazione, ma anche alla mammella e alla prostata per stili di vita errati, come il fumo”.
C’è un andamento analogo anche in Italia?
“Sì, la percentuale di bambini obesi, per esempio, è aumentata molto. Al momento le Regioni nelle quali il problema è più sentito sono, rispettivamente, Sicilia, Campania, Calabria e Puglia, in ordine di incidenza del fenomeno. Questo porta con sé un aumento del rischio di andare incontro a cancro”.
Da un lato gli stili di vita, ma quanto conta anche la capacità di diagnosi precoce, che permette di individuare tumori laddove un tempo non era possibile riconoscerli in quanto tali?
“Conta molto sicuramente. Gli screening sono importanti, anche se ci sono zone nelle quali l’adesione alle campagne è scarsissima e si tratta per lo più del sud. Mi riferisco in particolare agli screening per il cancro alla cervice uterina, al colon retto – per cui basterebbe l’esame del sangue occulto in sangue e feci – o alla mammografia. Dovremmo selezionare e fare diagnosi precoci stimolando l’adesione agli screening”.
Dallo studio emerge anche un incremento dei tumori tra le donne (+3% all’anno nelle under 40, secondo l’american Cancer Society), con particolare attenzione al cancro al seno. Come si aumenta la consapevolezza del rischio e della prevenzione?
“Va detto che le donne oggi hanno già, in media, una maggiore consapevolezza per cui, ad esempio, hanno imparato l’importanza dell’autopalpazione. Va considerato, però, che accanto allo stile di vita pesano anche fattori fisici. Purtroppo l’età della prima mestruazione (menarca) e dell’ultima (telarca) si sono modificate: è più facile che la prima arrivi sempre prima e l’ultima sempre più tardi, ed è noto che più si allunga l’età fertile del ciclo, maggiori son le fluttuazioni ormonali e i rischi per le donne. D’altro canto, come detto, le ragazze oggi hanno maggiori problemi di obesità”.
Quali sono gli esami raccomandati, oggi, per le donne? Oltre a ecografia e mammografia, sono utili quelli genetici?
“Sì, naturalmente per le donne per le quali c’è un’indicazione, cioè una familiarità stretta con casi di tumore, per chi ha un triplo negativo prima dei 50 anni e altri casi indicati nelle linee guida nazionali dell’Aiom”.
Oltre allo stile di vita inteso come vita attiva o attenzione a peso e alimentazione, cosa può incidere sull’insorgenza del tumore?
“Il fumo e l’alcol sono considerati due importanti fattori di rischio per tutte le neoplasie. Sia le sigarette tradizionali, sia gli alcolici, specie nei giovani. Non dimentichiamo che anche gli ‘shottini’, diffusi tra gli adolescenti, sono potenzialmente molto dannosi, specie nelle donne che hanno un deficit dell’enzima che degrada l’alcol a livello epatico. Significa che una stessa quantità di cocktail risulta più tossica in una ragazza o una donna rispetto a un ragazzo o a un uomo”.
Quali sono le previsioni per il futuro?
“Purtroppo ci si aspetta un ulteriore incremento nei prossimi 20 anni, non tanto nei Paesi occidentali, dove a fronte di maggiori diagnosi migliorano anche le cure, quanto in zone come l’Africa e l’Asia. Un esempio è la Cina, dove si è già verificata una crescita, a causa dell’aumento medio del peso della popolazione, ma anche del miglioramento delle diagnosi. Se nei Paesi più arretrati c’ un minor accesso ai farmaci innovativi, invece, in Occidente ci sono più risorse per curare. Per esempi, l’88% dei tumori al seno viene considerato guaribile”.