Pensioni, il presidente dell'Inps Tridico apre alla riforma e all'ipotesi quota 58 anni per gli uomini
Maggioranza al lavoro sul dossier pensioni, il presidente dell'Inps favorevole all'ipotesi "opzione uomo" con assegni ridotti per chi va in pensione prima
La riforma delle pensioni è uno dei temi centrali che il prossimo governo dovrà affrontare. Il centrodestra è determinato nel superare definitivamente la riforma Fornero e le ipotesi sul piatto sono diverse. Finora quella che sembra essere più percorribile è “quota 41” con soglie di età. tuttavia, il presidente dell’Inps Pasquale Tridico non ha chiuso la porta alla cosiddetta “opzione uomo” con la possibilità di andare in pensione a 58-59 anni, con 35 anni di contributi, con un assegno più basso.
- Pensioni, maggioranza al lavoro su "Quota 41"
- L'ipotesi pensione a 58 anni con assegno ridotto
- Pensioni, pareri diversi tra Landini e Tridico
Pensioni, maggioranza al lavoro su “Quota 41”
“Quota 41” con una soglia d’età è la proposta che al momento sembra convincere di più la Lega. In base a questa opzione, come riportato dall’Ansa, consentirebbe di ammortizzare di molto il costo di “Quota 41”, quantificato in circa 5 miliardi di euro all’anno.
Tuttavia, nel caso in cui la soglia venisse fissata a 60 o 61 anni, si tratterebbe di una replica di Quota 101 o dell’attuale Quota 102.
L’ipotesi pensione a 58 anni con assegno ridotto
L’altra ipotesi al vaglio è quella di replicare la cosiddetta “opzione donna” anche per gli uomini. L’idea è quella di permettere anche agli uomini di lasciare il lavoro a 58 o 59 anni incassando, però, il 30% in meno di quello che si andrebbe a percepire sette anni dopo.
Questo perché i contributi sarebbe di meno e sarebbero spalmati su più anni.
Al momento, secondo i dati Inps, circa il 25% delle persone che aveva diritto a esercitare l’opzione donna lo ha fatto. Secondo i calcoli si incasserebbe un assegno pensionistico pari alla metà dell’ultimo stipendio.
Pensioni, pareri diversi tra Landini e Tridico
Un’ipotesi che è stata accolta favorevolmente da Pasquale Tridico, presidente Inps.
“Credo che siano tutte orientate a un principio giusto, ovvero quello di garantire una certa flessibilità in uscita, rimanendo ancorati tuttavia la modello contributivo”, ha spiegato Tridico. Inoltre, il presidente Inps ha affermato che questa ipotesi segue la direzione già tracciata dal governo Draghi.
Di parere opposto, invece, il segretario della Cgil Maurizio Landini che giudica “non percorribile” la strada di ridurre l’assegno e invita a “combattere la precarietà”.