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Parla militare dei camion delle bare di Bergamo: "Emozione forte"

Lo straziante racconto di uno dei militari alla guida dei mezzi dell'esercito che hanno trasportato i feretri di Bergamo

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Deve essere stato un peso forte, fortissimo. Anche per un uomo allenato alla vita militare. Lo si legge a chiare lettere nelle parole usate da Tomaso Chessa, uno dei militari che ha guidato i camion dell’esercito usati per trasportare le tantissime bare dei bergamaschi morti di coronavirus durante la fase più acuta del contagio e dei decessi in Lombardia. Il suo post di qualche giorno è diventato virale strappando per ogni condivisione emozioni e lacrime che lui stesso ha dovuto somatizzare dopo l’evento con una speranza: “Vorrei conoscere i parenti dei defunti trasportati“.

Tomaso Chessa, sardo, è un militare in servizio nel Reggimento di supporto tattico e logistico di Solbiate Olona (Varese). Nel suo post che ha commosso la rete, ha messo tutte le emozioni, i sentimenti, i pensieri che lo hanno accompagnato “l’ultimo viaggio”, come lo definisce lui, di quei “compagni di viaggio”. Momenti che rimarranno fissi nella sua memoria e nel suo cuore.

Chessa ricorda e scrive: “Ad un certo punto il tuo pensiero si posa su di loro, realizzi che dentro quel camion non siamo in due, ma in sette…. cinque dei quali affrontano il loro ultimo viaggio… e si…. l’ultimo…. ti rendi conto di essere la persona sbagliata, o meglio, qualcuno doveva essere al posto tuo ma purtroppo non può… tocca a te… ed è li che sentì addosso quella grande responsabilità, qualcosa che ti preme dentro, ogni buca, ogni avvallamento sembra una mancanza di rispetto nei loro confronti…”

Il militare racconta lo strazio di “lasciare ‘il tuo carico’ – che continua a scrivere – oramai fa parte di te, come se ti togliessero una parte di cuore”. Per lui una speranza oltre che un desiderio: “Pagherei oro per conoscere tutti i parenti delle otto persone e potergli dire che nonostante il contesto non avrebbero potuto fare un viaggio migliore… Spero un giorno di poter conoscere i cari dei miei compagni del loro ultimo viaggio, ma se cosi non fosse sappiano che c’ho messo l’anima!

Infine un monito per chi è rimasto in vita, proprio per affrontare al meglio la fase 2 senza il rischio di dover tornare indietro: “la gente continua a non rendersi conto che tutto questo non è uno scherzo, facile dire qua non siamo a Bergamo… Abbiate la coscienza ed il buon senso di tutelare i nostri cari che hanno la fortuna di vivere in posti più sicuri, ma non dimenticate che sbagliare è un attimo…”

Non si tratta della prima testimonianza di quelle strazianti immagini e di quei giorni. Tempo fa ne parlò anche il comandante provinciale dei carabinieri di Bergamo, Paolo Storoni, addetto allo smistamento delle bare della provincia.

 

Fonte foto: Ansa/Facebook

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