Omicron 4 e 5, scoperti i sintomi: perché le nuove sottovarianti fanno paura e cosa sta cambiando
Le nuove sottovarianti emerse in Sud Africa possono eludere la protezione dei vaccini e delle precedenti infezioni, e per questo spaventano il mondo
Allerta alta in tutto il mondo per due nuove sottovarianti di Covid che potrebbero essere particolarmente pericolosa. L’allarme è scattato nel Sud Africa, alle prese con una quinta ondata. Secondo gli esperti la Ba.4 e la Ba.5, meglio note come Omicron 4 e Omicron 5, potrebbero trasmettersi molto più velocemente di altri ceppi, e i vaccini finora utilizzati nelle campagne di profilassi potrebbero non essere sufficienti per combatterle.
Omicron 4 e Omicron 5 sarebbero più contagiose della “variante fantasma” Omicron 2, finora la versione del coronavirus più virulenta. Inoltre hanno delle mutazioni che potrebbero indicare una maggiore capacità di eludere l’immunità acquisita tramite precedenti infezioni o con i vaccini anti Covid.
- Boom di contagi in Sud Africa: si parla di quinta ondata
- Omicron 4 e 5 arriveranno in Italia? Cosa sappiamo
- Quali sono i sintomi delle due nuove sottovarianti
Boom di contagi in Sud Africa: si parla di quinta ondata
Proprio per questo le nuove sottovarianti starebbero causando un boom di casi in Sud Africa, dove si stima che almeno il 90% della popolazione sia vaccinata o guarita dal virus.
Le autorità sudafricane stanno già parlando di una quinta ondata causata da Omicron 4 e Omicron 5. Non solo sta aumentando il numero dei positivi, ma anche quello dei ricoveri.
Ancora non si riscontra un’impennata nei decessi, anche se gli esperti sottolineano come quest’ultimo dato sia un indicatore ritardato, che potrebbe aumentare esponenzialmente nelle prossime settimane.
Omicron 4 e 5 arriveranno in Italia? Cosa sappiamo
Le nuove sottovarianti sono state già riscontrate al di fuori del continente africano, con 11 casi di Omicron 4 negli Stati Uniti. Tuttavia le autorità sanitarie americane sottolineano che i modelli di contagio variano considerevolmente nelle varie aree geografiche, e allo stato attuale non sappiamo se questi ceppi si diffonderanno velocemente ovunque.
Il biologo Enrico Bucci, docente della Temple University di Philadelphia, ha spiegato su Facebook e in un’intervista a Il Foglio che non possiamo prevedere oggi quali rischi ci siano per l’Italia.
“Non possiamo saperlo, perché i fattori in gioco, come la struttura della popolazione, il tasso di vaccinazione con tre dosi, il clima e molti altri”, come le misure anti Covid, “sono troppi per fare previsioni”.
“Ma la realtà non va nascosta in nome del quieto vivere, e quindi è bene seguire con attenzione l’evoluzione della situazione in Paesi dove certi segnali si notano già adesso”, ha sottolineato.
Quali sono i sintomi delle due nuove sottovarianti
Le nuove sottovarianti di Omicron colpiscono le alte vie respiratorie. Al contrario del virus originale di Wuhan, dunque, l’infezione si presenta sempre più spesso come un raffreddore, senza danni immediati ai polmoni.
Le goccioline virali si moltiplicano dunque nel naso e nella trachea, propagandosi nell’aria e infettando altre persone molto più velocemente rispetto al passato.
I sintomi più leggeri non devono far abbassare la guardia. Anche senza manifestazioni gravi, il Covid continua a colpire tutti gli organi del corpo, e gli strascichi della malattia possono rimanere anche per mesi dopo la guarigione dal virus.
Il nuovo sintomo di Omicron 4 e Omicron 5 sono le vertigini. Segno che il Sars-Cov-2 è capace di causare danni ai centri nervosi. I ceppi emersi in Sud Africa causano anche dolori alle orecchie, nausea, diarrea, vomito, dolore addominale, bruciore di stomaco e gonfiore.
Sembrano ormai scomparsi, invece, i sintomi spia della malattia delle prime ondate, cioè la perdita, parziale o totale, di olfatto e gusto.