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CRONACA NERA

Omicidio Bozzoli: ergastolo per il nipote dell'imprenditore. Determinante il test sul forno

Giacomo Bozzoli ha ucciso lo zio Mario e ne ha distrutto il cadavere gettandolo in un forno. Lo scrivono i giudici della corte d'assise di Brescia

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Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Giacomo Bozzoli è stato condannato all’ergastolo per l’omicidio dello zio Mario. Secondo i giudici della corte d’assise di Brescia l’omicidio è avvenuto in fonderia, dove il cadavere è stato distrutto. I fatti risalgono all’8 ottobre 2015: l’imprenditore bresciano Mario Bozzoli si era recato come ogni giorno nella sua fonderia di Marcheno e di lui si erano perse le tracce.

Giacomo Bozzoli è stato aiutato?

Secondo i giudici, Giacomo Bozzoli ha commesso l’omicidio avvalendosi, a vario titolo, del supporto di altre persone. La corte ha inviato gli atti alla Procura affinché valuti la posizione di tre soggetti:

per Alex Bozzoli, fratello di Giacomo, si richiede di valutare il reato di falsa testimonianza;

per l’operaio Aboagye Akwasi si richiede di valutare l’ipotesi di favoreggiamento. Akwasi era uno degli operai presenti in fonderia durante la sera del delitto;

per l’operaio Oscar Maggi, anche lui presente quella sera, la corte chiede che si valuti il concorso in omicidio e la distruzione di cadavere.

I numeri del processo di primo grado

Le motivazioni della condanna saranno depositate fra novanta giorni. La sentenza di primo grado arriva a sette anni dai fatti, dopo ventidue udienze e un anno e mezzo di processo.

Accolta dunque la richiesta del pubblico ministero di Brescia, Silvio Bonfigli, che aveva chiesto l’ergastolo. Il difensore di Giacomo Bozzoli, l’avvocato Luigi Frattini, aveva invocato l’assoluzione per “mancanza di prove”.

Inizialmente l’accusa ipotizzava che Giacomo Bozzoli avesse ucciso lo zio e che poi avesse caricato il cadavere in macchina per nasconderlo da qualche parte.

Il cambio di accusa (da omicidio e occultamento di cadavere a omicidio e distruzione di cadavere) è arrivato a processo in corso.

Il test del suino è stato determinante

L’accusa è stata modificata dopo una perizia sul forno della fonderia. Perizia che ha fatto molto discutere e che ha causato le proteste delle associazioni animaliste. Per verificare gli effetti del forno su un corpo è stato utilizzato un maiale.

Un suino di circa 13 kg, morto da poco per morte naturale, è stato calato in un forno della fonderia avvolto in una serie di indumenti.

Gli avvocati della difesa sostenevano che fosse impossibile distruggere un cadavere con un simile metodo dal momento che, a loro dire, si sarebbe causata una pericolosa esplosione.

Il test del suino non ha causato alcuna esplosione e ha dimostrato che distruggere un corpo con quel metodo è possibile.

Fonte foto: 123RF

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