Nuova esercitazione militare della Cina intorno a Taiwan, Pechino: "Punizione contro le forze separatiste"
La Cina ha avviato un'esercitazione militare intorno a Taiwan. Le operazioni, a cui Taipei ha risposto mobilitando parti dell'esercito, dovrebbero durare due giorni
La Cina ha avviato una nuova esercitazione militare intorno a Taiwan, in quella che è stata definita una “operazione punitiva” contro le forze separatiste che vogliono l’indipendenza dell’isola. Le forze si sono concentrate in cinque zone, in modo da simulare “la presa di controllo del campo di battaglia“, come comunicato dall’Esercito popolare di liberazione comunista.
- La nuova esercitazione militare della Cina intorno a Taiwan
- La risposta di Taipei
- I motivi dell'operazione e lo "status quo"
La nuova esercitazione militare della Cina intorno a Taiwan
La vasta operazione militare, dal nome in codice “Spada congiunta 2024-A“, ha avuto inizio alle 7.45 di giovedì 23 maggio.
Le esercitazioni, che hanno mobilitato navi e mezzi aerei, dovrebbero durare due giorni. Come riportato dal Post, le forze armate cinesi hanno spiegato che l’obiettivo è misurare le capacità dei vari reparti dell’esercito e lo hanno definito “un serio avvertimento contro le interferenze e le provocazioni di forze esterne“.
L’area interessata comprende 5 zone intorno all’isola principale di Taiwan, e altre più vicine alle coste cinesi.
Il nome dell’operazione “Spada congiunta 2024-A”, sembra avere un significato ben preciso: la lettera A lascerebbe infatti intendere che è solo la prima di una lunga serie.
La risposta di Taipei
Lai Ching‑te, noto come William Lai, è l’attuale presidente di Taiwan, nonché leader del Partito Progressista Democratico, particolarmente critico nei confronti delle ingerenze politiche di Pechino. Per questo, era stato definito dal governo di Xi Jinping “un pericoloso separatista”.
“Questo pretesto delle esercitazioni militari non solo non contribuisce alla pace e alla stabilità nello stretto di Taiwan, ma mostra anche la natura egemonica” del governo centrale cinese, ha dichiarato il ministero della Difesa dell’isola, che in risposta ha mobilitato a sua volta alcune unità dell’esercito.
I sistemi di difesa antiaerea di Taiwan stanno tutt’ora sorvegliando potenziali obiettivi.
I motivi dell’operazione e lo “status quo”
Lo scorso 20 maggio William Lai si è insediato a Taipei, dopo aver vinto le elezioni democratiche a gennaio.
Come ricordato dal Corriere della Sera, nel corso del suo discorso inaugurale Lai ha fatto attenzione a rimanere ancorato allo “status quo” (in vigore dal 1949), che sancisce la separazione di fatto tra le due parti dello Stretto, senza avanzare dichiarazioni di indipendenza.
Negli ultimi decenni Taiwan è diventata una democrazia e un’importante potenza economica, grazie soprattutto al settore dei semiconduttori. Gli Stati Uniti non riconoscono Taiwan come Stato, ma sostengono con “ambiguità strategica” il diritto dell’isola di restare separata dal Dragone.
Da 8 anni il governo cinese ha chiuso ogni dialogo con Taipei, la capitale, e ha anzi incrementato le proprie azioni di minaccia.