No green pass, sì obbligo vaccinale: Barbero risponde alle polemiche
Il professore e noto divulgatore fa chiarezza sulla bufera che l'ha investito dopo la firma dell'appello contro il green pass
Ha fatto scalpore la presa di posizione contro il green pass nelle Università da parte di Alessandro Barbero, professore ordinario di Storia Medievale all’Università del Piemonte Orientale e divulgatore molto noto anche nel mondo dei social, il quale insieme ad altri 600 docenti ha sottoscritto una lettera indirizzata al governo contestando l’obbligo del certificato per accedere agli Atenei. Una posizione dalla quale si è dissociato anche il rettore dell”Upo’ Gian Carlo Avanzi, ma che Barbero ribadisce in un’intervista al Corriere della Sera.
“Qualcuno mi presenta come una specie di superstizioso fanatico contrario ai vaccini. Ma nell’appello che ho firmato non si parla affatto dell’utilità dei vaccini, anzi si dice chiaramente che molti dei firmatari sono vaccinati, me compreso. Il problema che mi preoccupa è l’obbligo del green pass per gli studenti che dopo aver pagato fior di tasse universitarie sono esclusi dalle lezioni se non hanno il certificato” dichiara il docente.
Il professor Barbero sottolinea però una preoccupazione più generale sul tema dell’applicazione del green pass al lavoro, sollevata nella lettera indirizzata al governo, ritenendo come ci siano “misure umilianti di cui è impossibile vedere l’utilità: penso a quegli operai o poliziotti che non possono mangiare in mensa seduti accanto ai colleghi, con i quali, però, hanno lavorato fianco a fianco fino a un minuto prima”.
“La frase più importante dell’appello è la prima: siamo preoccupati perché la disposizione vigente ‘estende, di fatto, l’obbligo di vaccinazione in forma surrettizia per accedere anche ai diritti fondamentali allo studio e al lavoro, senza che vi sia la piena assunzione di responsabilità da parte del decisore politico’” ha chiarito ancora il docente.
Barbero crede che sul punto sia necessaria una riflessione: “Il governo ritiene di poter togliere alla gente diritti fondamentali, neppure civili o politici, ma umani, come quello di accedere a un ospedale o a una lezione universitaria, e considera la cosa irrilevante, tanto da non far sentire una parola per dire almeno che è preoccupato e dispiaciuto di doverlo fare, e senza prendersi la responsabilità di rendere obbligatorio per legge il vaccino, misura con cui io, sia pure non senza dubbi, alla fine sarei d’accordo“.
“Io sono un professore universitario e i miei datori di lavoro sono i miei studenti. Se io vedo che fra i miei studenti c’è preoccupazione e indignazione per l’obbligo del green pass per entrare all’università, io ho il dovere morale di esprimere la mia posizione” è la conclusione di Barbero.