Nell'omicidio di Sharon Verzeni c'è un primo indagato: la mossa degli investigatori. Si cerca un uomo in bici
L'omicidio di Sharon Verzeni ha una prima inattesa svolta: un indagato. Si tratta di un possibile testimone che ha rilasciato falsa testimonianza
Gli investigatori sono sulle tracce di un misterioso uomo in bicicletta, la cui figura è stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza nei momenti immediatamente successivi all’omicidio di Sharon Verzeni, avvenuto nella notte tra il 29 e il 30 luglio a Terno d’Isola. La donna, 33 anni, è stata brutalmente uccisa con quattro coltellate in via Castegnate. La ricerca dell’assassino prosegue senza sosta, con un primo indagato emerso nelle indagini, sebbene non per l’omicidio stesso.
- Primo indagato: non per l'omicidio
- Tutte le persone ascoltate
- La lettera chiede di parlare
- Nella casa della vittima
Primo indagato: non per l’omicidio
Il primo indagato collegato al caso è un pensionato di 76 anni che vive proprio in via Castegnate. L’uomo è stato indagato per falsa testimonianza.
Quando è stato ascoltato come possibile testimone, ha dichiarato di non aver visto nulla e a dormire al momento dei fatti. Le telecamere di sorveglianza hanno però mostrato una scena diversa: l’uomo era sul balcone a fumare proprio in quegli istanti.
Questo ha portato gli investigatori a sospettare che il pensionato possa aver omesso informazioni, pur non essendo direttamente coinvolto nell’omicidio. Le videocamere di sorveglianza hanno anche ripreso un uomo in bicicletta allontanarsi dalla scena, il cui ruolo rimane da chiarire.
Tutte le persone ascoltate
Nel frattempo, i carabinieri, coordinati dal pm Emanuele Marchisio, continuano a interrogare numerose persone per ricostruire i dettagli della vita di Sharon Verzeni e capire chi possa avere avuto un motivo per ucciderla.
Oltre ai familiari stretti, come i genitori, la sorella e il fratello, sono stati ascoltati anche i parenti più distanti e coloro che facevano parte della vita quotidiana della vittima, inclusi i membri di Scientology, un’organizzazione con cui Sharon sembra aver avuto legami recenti.
Gli investigatori non escludono alcuna pista, cercando di sviscerare ogni possibile connessione con l’omicidio.
La lettera chiede di parlare
Mentre le indagini proseguono, un nuovo elemento ha alimentato la tensione nel piccolo comune. Una lettera scritta a mano, lasciata nel punto in cui Sharon è stata uccisa, invita chiunque sappia qualcosa a farsi avanti: “Caino è chi sa ma rimane nel silenzio, nell’ombra”, recita il messaggio, seguito dall’appello a non essere complici di questa brutalità.
Gli investigatori sperano che questo appello possa spingere qualcuno a fornire informazioni decisive per risolvere il caso. Da settimane, gli investigatori lavorano senza sosta per trovare l’assassino di Sharon Verzeni, anche raccogliendo il Dna di tutti i vicini.
Le indagini si concentrano su due filoni principali: il possibile coinvolgimento di una persona vicina alla vittima e la pista di uno sconosciuto che ha colpito per poi sparire. L’identificazione dell’uomo in bicicletta potrebbe essere la chiave per risolvere questo mistero.
Nella casa della vittima
A distanza di un mese, gli investigatori sono entrati nell’abitazione doveva viveva Sharon con il compagno Sergio Ruocco.
Dopo le testimonianza della famiglia, e quella del compagno che è stato riascoltato l’ultima volta prima di Ferragosto, gli agenti hanno ispezionato la casa.
Si tratta del primo sopralluogo nell’abitazione della coppia, dopo che nella notte dell’omicidio hanno raggiunto Ruocco per informarlo del drammatico ritrovamento. In quel momento il compagno si trovava a letto.