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Napoli, lite in ospedale per un farmaco: i genitori di un 12enne minacciano gli infermieri, denunciati

I genitori, con precedenti, hanno minacciato il personale che aveva dato al ragazzo dell'Ibuprofene

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Luca Bucceri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto del mondo dello sport e della politica, scrive anche di attualità ed economia. Laureato in Scienze della Comunicazione, muove i primi passi nelle redazioni sportive di Palermo per poi trasferirsi a Milano e lavorare per importanti testate.

Sono state ore di tensione quelle vissute la sera di lunedì 14 novembre 2022 all’ospedale Santobono di Napoli dove una coppia di genitori ha minacciato gli infermieri della struttura dopo le cure date al figlio 12enne. A denunciare l’episodio è stata una delle infermiere dell’ospedale che ha raccontato tutto all’associazione “Nessuno Tocchi Ippocrate”. I due denunciati per interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità.

Tensione al Santobono, infermieri minacciati

A raccontare quanto successo nella sera di lunedì 14 novembre 2022 al Santobono di Napoli è stata una delle infermiere che ha subito le minacce da parte dei genitori del 12enne. Secondo quanto ricostruito nel racconto all’associazione “Nessuno Tocchi Ippocrate”, che si occupa di aiutare il personale sanitario vittima di violenze, poco dopo le 21.30 i tre hanno fatto ingresso in struttura poiché il piccolo lamentava dolori al petto e tachicardia.

“Dopo avere registrato il ragazzo, valutato i parametri vitali, palpato ed ispezionato il torace, come da protocollo nazionale la collega dà al ragazzo Ibuprofene per via orale ed informa i genitori sul tipo di medicinale somministrato” racconta l’infermiera che ha svelato che proprio questo comunicazione ha fatto adirare i genitori. I due, infatti, hanno subito attaccato il personale in quanto sostenevano che il medicinale avrebbe potuto avere effetti negativi sul figlio e perché l’infermiera aveva omesso di domandare se fosse asmatico.

Da un momento all’altro la situazione è precipitata e dalle parole si è passati ai fatti.

“Ti sparo”: la frase choc contro l’infermiera

I due, secondo quanto riferito dall’infermiera, avrebbero quindi cominciato a minacciare il personale  “con un estintore e poi con una bombola di ossigeno“. Come da prassi è stata avvertita la polizia che, al suo arrivo, ha fatto interrompere ogni attività assistenziale nel Pronto Soccorso.

I genitori del 12enne hanno però insistito. “La madre – sostiene la dipendente dell’ospedale – arriva a dire che avrebbe sparato alla mia collega con una delle pistole della polizia“. La vittima delle minacce è stata quindi allontanata dai colleghi e dalle forze dell’ordine e condotta in una delle stanze in dotazione agli infermieri.

In un video, condiviso sui social dal consigliere Francesco Emilio Borrelli, si vedono le scene di tensione al Pronto Soccorso.

La coppia denunciata aveva precedenti

Gli agenti di polizia, con il supporto delle pattuglie dell’ufficio Prevenzione generale, sono riusciti a riportare la situazione alla calma identificando i coniugi che si sono resi protagonisti della serata movimentata in ospedale.

Si tratta di un 41enne ed una 43enne, napoletani con precedenti di polizia, che sono stati denunciati per interruzione di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità.

L’allarme di medici e infermieri

La notizia dell’aggressione al Santobono è arriva anche all’Ordine delle professioni infermieristiche e all’Ordine dei medici di Napoli che hanno mostrato solidarietà ai colleghi e hanno lanciato un chiaro messaggio d’allarme.

Non è più tollerabile che un intero reparto di pronto soccorso pediatrico, indispensabile per la città, si blocchi e viva una notte di paura, di terrore e di aggressioni d’ogni genere a causa di incivili e barbare manifestazione di violenza”, hanno dichiarato Teresa Rea e Bruno Zuccarelli, rispettivamente presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche e presidente dell’Ordine dei medici di Napoli.

I due presidenti hanno quindi annunciato “prossime iniziative comuni per arginare il fenomeno e salvaguardare l’incolumità e la dignità professionale dei propri iscritti”. La richiesta è quella di un “ritorno di presidi permanenti di forze dell’ordine nei luoghi di cura sensibili, un adeguato rafforzamento della polizia privata e il riconoscimento legislativo di pubblico ufficiale per medici e infermieri”.

Fonte foto: ANSA

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