Miracolo di San Gennaro a Napoli, il sangue si è sciolto di nuovo: cosa significa nella tradizione della città
Il sangue di San Gennaro si scioglie di nuovo: ovazione del Duomo, cosa significa il "miracolo" per la città di Napoli e per la Campania
A Napoli si rinnova il miracolo di San Gennaro. Fedeli, cittadini e turisti hanno riempito il Duomo giovedì 19 settembre, proprio nel giorno del santo patrono. L’arcivescovo Domenico Battaglia ha aperto la cassaforte in cui sono custodite le ampolle col sangue del santo. E, durante la celebrazione, il sangue si è sciolto. Qual è il significato nella tradizione della città di Napoli.
- Il miracolo si è ripetuto: il sangue di San Gennaro si è sciolto
- In chiesa anche De Luca e Manfredi
- Perché si parla di “miracolo”
- Cosa significa se il sangue “non si scioglie”
- Chi era San Gennaro
Il miracolo si è ripetuto: il sangue di San Gennaro si è sciolto
A Napoli si è ripetuto il prodigio del ‘miracolo‘ di San Gennaro.
L’annuncio è arrivato alle ore 10:01 di giovedì 19 settembre, accolto da un lungo applauso dei tantissimi presenti.
In chiesa anche De Luca e Manfredi
L’annuncio è stato accompagnato dallo sventolio di un fazzoletto bianco da parte di uno dei membri della Deputazione.
In chiesa erano presenti anche il sindaco, Gaetano Manfredi, e il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca.
Perché si parla di “miracolo”
Il ‘miracolo’ è letto dai fedeli come segno di buon auspicio per la città e per la Campania.
La liquefazione del sangue di San Gennaro avviene tre volte l’anno:
- il sabato che precede la prima domenica di maggio (nel 2023 il 6 maggio), in ricordo della traslazione delle spoglie mortali da Pozzuoli alle catacombe di Capodimonte;
- il 19 settembre, giorno della morte di San Gennaro;
- il 16 dicembre, giorno dell’eruzione del Vesuvio del 1631 fermata, secondo la credenza popolare, proprio per intercessione di San Gennaro.
Secondo la leggenda, il sangue di San Gennaro si sarebbe liquefatto per la prima volta nel IV secolo d.C. proprio durante il trasferimento a Napoli delle spoglie del santo.
Storicamente, però, il miracolo è stato annoverato per la prima volta nel 1389 così come racconta il Chronicon Siculum.
Durante le celebrazioni per la festa dell’Assunta erano infatti state esposte ampolle contenenti le reliquie: il 17 agosto, secondo la cronaca del tempo, il sangue si sarebbe liquefatto come se fosse sgorgato quel giorno stesso dal corpo di San Gennaro.
Da allora studiosi, religiosi, scienziati e ricercatori di tutto il mondo hanno tentato di dare una spiegazione scientifica alla liquefazione.
Nel corso dei secoli, però, i fedeli non hanno mai smesso di ritenere l’evento prodigioso come un vero e proprio miracolo, segno della protezione dal cielo.
Cosa significa se il sangue “non si scioglie”
Il ritardo nella liquefazione o l’assenza del miracolo, nonostante canti, preghiere, invocazioni e litanie in dialetto viene considerato segno sfavorevole per Napoli e per i napoletani.
Chi era San Gennaro
San Gennaro è stato il vescovo di Benevento, decapitato il martire il 19 settembre 305 d.C..
Il suo sangue è custodito in un’ampolla conservata in una cappella del Duomo della città partenopea e si ritiene fosse stato raccolto da Eusebia, probabilmente la sua nutrice, che lo consegnò all’allora vescovo di Napoli.
La reliquia è conservata ancora oggi in due ampolle custodite in una cassaforte con doppia serratura nel Duomo di Napoli: una è riempita per tre quarti, mentre l’altra è semivuota perché parte del suo contenuto fu sottratto da re Carlo III di Borbone che lo portò con sé in Spagna.
I grumi rappresi, scuri e solidi, si sciolgono in tre occasioni quando il sangue ribolle e assume il colore rosso vivo.