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Mimmo Lucano condannato nel processo d'appello: 1 anno e 6 mesi con pena sospesa, assolti gli altri imputati

Mimmo Lucano condannato in appello a 1 anno e 6 mesi, cadute le accuse più pesanti. Assolti tutti gli altri 17 imputati

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Simone Vazzana

GIORNALISTA

Giornalista professionista, è caporedattore di Virgilio Notizie. Ha lavorato per importanti testate e tv nazionali. Scrive di attualità, soprattutto di Politica, Esteri, Economia e Cronaca. Si occupa anche di data journalism e fact-checking.

Colpevole. Mercoledì 11 ottobre anche la Corte d’Appello di Reggio Calabria ha condannato Mimmo Lucano, ex sindaco e fautore del ‘modello Riace’ in tema di accoglienza dei migranti, a 1 anno e 6 mesi di reclusione con pena sospesa. Condanna  decisamente inferiore rispetto a quella comminata nel processo di primo grado dal Tribunale di Locri, nel settembre 2021 (13 anni e 2 mesi), ma anche a quella richiesta dalla Procura generale (10 anni e 5 mesi) un anno fa. Assolti tutti gli altri 17 imputati.

La sentenza

Dopo le repliche dei sostituti procuratori generali Adriana Fimiani e Antonio Giuttari, i giudici della Corte d’appello di Reggio Calabria, presieduta da Elisabetta Palumbo, si sono riuniti in camera di consiglio per scrivere la sentenza di secondo grado nei confronti di Lucano.

Questa la sentenza: 1 anno e 6 mesi di reclusione, con pena sospesa. Dalla lettura del dispositivo emerge che la Corte ha assolto Lucano dai reati più gravi.

L’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano

La Corte ha assolto tutti gli altri 17 imputati.

Perché Mimmo Lucano è a processo e di cosa è accusato

Il nome di Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace, è stato iscritto nel registro degli indagati (insieme ad altre 17 persone) dopo l’inchiesta Xenia condotta dalla Guardia di finanza su quello che è stato definito il ‘modello Riace’.

L’accusa è di aver usato i fondi destinati all’accoglienza dei migranti per trarre vantaggi personali.

Nel settembre 2021 il Tribunale di Locri ha condannato in primo grado Lucano a 13 anni e 2 mesi di carcere per associazione per delinquere, truffa, peculato, falso e abuso d’ufficio.

Nell’ottobre 2022 la Procura generale ha chiesto una condanna a 10 anni e 5 mesi.

Il processo d’appello

Secondo gli avvocati difensori di Lucano, Andrea Daqua e l’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia, quella del loro assistito è una “innocenza documentalmente provata” poiché il suo obiettivo “era uno solo e in linea con quanto riportato nei manuali Sprar: l’accoglienza e l’integrazione. Non c’è una sola emergenza dibattimentale, intercettazioni incluse, dalla quale si possa desumere che il fine che ha mosso l’agire del Lucano sia stato diverso”.

Nelle motivazioni d’appello i legali rilevano che in sentenza c’è stato un “uso smodato delle intercettazioni telefoniche, conferite in motivazione nella loro integralità attraverso la tecnica del copia/incolla”.

Intercettazioni che, in molti casi, secondo gli avvocati, sarebbero inutilizzabili.

Su una conversazione ritenuta “chiave” dai difensori, infatti, il Tribunale di Locri ha utilizzato una trascrizione della Guardia di finanza dove c’è una frase “inesistente”, attribuita proprio a Lucano.

La frase, infatti, non comparirebbe nella perizia disposta dallo stesso Tribunale.

Nelle motivazioni d’appello i due legali parlano di “lettura forzata se non surreale dei fatti“.

Chi è Mimmo Lucano

Domenico Lucano, meglio conosciuto come ‘Mimmo’, è nato a Melito Porto Salvo, in provincia di Reggio Calabria, il 31 maggio 1958.

Si diploma come perito chimico e si iscrive a Medicina a Roma, lasciando gli studi dopo 4 anni.

Diventa insegnante a Roma, poi a Bussoleno: si sposa e ha due figli, poi si separa nel 2016 e inizia una relazione con Lemlem Teshfahun.

Il 1° luglio 1998, da libero cittadino, insieme ad altri, accoglie alcuni curdi appena sbarcati sulle coste di Riace e inizia a interessarsi alle modalità di accoglienza adottate a Badolato un anno prima.

Tre volte sindaco di Riace è diventato famoso in tutto il mondo per il suo modello di accoglienza dei migranti, finito nel mirino della magistratura durante il primo Governo Conte, con Matteo Salvini ministro dell’Interno.

Nel 2016 è stato inserito al 40° posto nella classifica dei leader più influenti al mondo redatta dalla rivista americana Fortune.

Fonte foto: ANSA

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