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Milano, le mani della 'Ndrangheta sul padel: ai domiciliari imprenditore nipote del boss

L'uomo d'affari, nipote di un boss della criminalità organizzata, è accusato di false fatture per circa 1,5 milioni di euro: sotto sequestro 8 campi

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Claudio Carollo

GIORNALISTA

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di cronaca e attualità economico-politica, interessandosi nel tempo di tematiche sociali e sport. Ha collaborato con diverse testate nazionali, con esperienze anche in radio.

L’esplosione del fenomeno del padel ha fatto gola anche alla ‘Ndrangheta che a Milano avrebbe fatto affari sfruttando lo sport del momento grazie a un imprenditore di famiglia. Marco Molluso, nipote del boss Giosofatto Molluso, è finito agli arresti domiciliari per false fatture e autoriciclaggio per un valore di circa 1,5 milione di euro. Il 39enne, ex calciatore dilettante con precedenti per droga, avrebbe gestito gli otto campi del centro sportivo comunale Lombardia uno, finiti sotto sequestro. Lo riporta il Corriere della Sera.

L’operazione antimafia

Molluso sarebbe riuscito tramite le sue società a impossessarsi del bar e degli impianti del valore di circa 700mila euro che gli avrebbero assicurato un business, come da lui definito nelle intercettazioni, “infinito” e “in teoria per i prossimi 8-10 anni è tutto a salire”.

Secondo le indagini della Dda milanese Silvia Bonardi, nel 2020 e nel 2021 la società immobiliare di cui risulta titolare sarebbe stata al centro di una frode fiscale di oltre 1,5 milioni di euro derivata sia dall’emissione sia dall’utilizzo di fatture false con indebita detrazione di Iva.

Soldi che avrebbe utilizzato per la costruzione degli otto campi sequestrati nell’ambito dell’operazione della Dia. Molluso è accusato anche di un giro di false fatture che vede coinvolte le sue aziende per lavori mai eseguiti.

Chi è Molluso

Calciatore dilettante e oggi allenatore della Castanese di Castano Primo, Molluso è nipote dei boss Giosofatto e Francesco, nati a Platì, in provincia di Reggio Calabria, ma da anni migrati a Buccinasco, baluardo della ‘Ndrangheta nell’hinterland milanese, entrambi condannati per associazione mafiosa.

Nel 2010 Marco Molluso era anche stato candidato alle elezioni comunali con la lista “Vivere Corsico” a sostegno del candidato di centrodestra poi uscito sconfitto dalle urne e aveva raccolto 69 preferenze, risultando terzo nelle preferenze.

Fonte foto: ANSA

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