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Milano, "Grazie Allah per Covid": arrestato italiano dell'Isis

Un 38enne italiano è stato arrestato a Milano per istigazione a delinquere: diffondeva sul web propaganda dell'Isis

Di: VirgilioNotizie | Pubblicato:

Un italiano di 38 anni è stato arrestato a Milano dai Carabinieri del Ros con l’accusa di aver diffuso attraverso i social network la propaganda dello Stato Islamico. Radicalizzato fin dal 2015 e in contatto attraverso il web con altri estremisti, come riporta Ansa, avrebbe istigato i propri interlocutori ad abbracciare il jihad globale “contro tutti gli infedeli”. Nei suoi confronti è stata avanzata l’accusa di istigazione a delinquere aggravata dall’uso del mezzo telematico.

Originario di Bari e residente a Milano, in un intercettazione del 27 marzo N.F. avrebbe commentato così l’emergenza Covid-19: “È una cosa di Allah, una cosa positiva” perché “la gente sta impazzendo” e per i non musulmani “tutto l”haram’ adesso è difficile farlo”, ossia sono stati tolti loro i vizi.

L’indagato sarebbe aderente all’ideologia estremista di matrice salafita e dall’attività investigativa è emersa la diffusione dei credo dell’Isis. I fatti contestati sarebbero avvenuti dal novembre 2015 fino a oggi.

Per quasi 5 anni, l’indagato avrebbe portato avanti una “ossessiva” opera di diffusione di immagini, audio e video di matrice terrorostica su internet, in particolare su Facebook, col profilo ‘Issa Ferrara’, e sulla piattaforma “Soundcloud”.

Tra le immagini, ce ne sarebbero alcune di Bin Laden, delle Torri Gemelle, di Al Bagdadi, di foreign fighters, di donne col mitra in mano, di bambini armati che giurano di uccidere i “miscredenti”.

Inoltre, il 38enne italiano che si è radicalizzato col nome di “Issa” avrebbe “indottrinato” dei minorenni presso l’associazione culturale Al Nur di Milano, ai quali avrebbe esternato tesi estremiste.

L’inchiesta è stata coordinata dai pm Alberto Nobili, Piero Basilone e Leonardo Lesti e ha portato all’ ordinanza firmata dal gip di Milano Guido Salvini.

La pericolosità dell’indagato, per gli investigatori, proviene dal circuito relazionale in cui sarebbe inserito che sarebbe composto da una rete internazionale di persone dedite alla propaganda a favore dello Stato Islamico.

Fonte foto: Ansa

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