Michele Merlo "poteva essere salvato": cosa dice la nuova perizia sulla morte del cantante
La perizia sulla morte di Michele Merlo fornisce nuovi dettagli che potrebbero far luce su quanto successo nelle ore precedenti il suo decesso
Michele Merlo, il cantante ex concorrente di Amici e di X-Factor morto il 6 giugno del 2021, poteva essere salvato con la corretta diagnosi.
I risultati della perizia
Marco Antonio Dal Ben, avvocato dei familiari del ragazzo scomparso, ha spiegato a Repubblica lo sconcerto derivante dalla lettura della perizia, dalla quale “emergono due dati”.
“Il primo è che viene confermato il clamoroso errore colposo del medico di base, che ha attribuito una natura traumatica alla lesione. Il secondo è che viene lasciato aperto il tema del nesso di causa”.
Da qui in avanti il lavoro della difesa sarà quello di capire se “si può sostenere che il paziente poteva essere salvato laddove l’errore non fosse stato commesso”.
Stando alla perizia, le possibilità di sopravvivere con la giusta diagnosi del medico di base sarebbe potuta essere “tra il 79 e l’86%”.
La morte di Michele Merlo
A fine maggio del 2021 il giovane, preoccupato da alcuni ematomi apparsi sulle sue gambe, si era rivolto al suo medico di base di Rosà (Vicenza).
Il medico scambiò il problema per uno strappo muscolare. Il ragazzo però, convinto ci fosse altro, chiese un altro consulto all’ospedale di Vergato, ottenendo una diversa diagnosi: tonsillite.
Di lì a poco il crollo, il ricovero e la tragica morte causata da una leucemia fulminante, a Bologna.
La battaglia legale dopo la morte
Tutti i prossimi passaggi per giungere alla verità e per capire se Michele poteva essere salvato si svolgeranno in aula.
Il medico di Rosà, intervistato da giornali locali, si è detto sì distrutto per quanto accaduto al ragazzo, ma comunque convinto di aver fatto bene il suo lavoro.
Non è d’accordo invece l’avvocato Dal Ben: “Aveva un ematoma terribile, non compatibile con un urto accidentale. Serviva un’anamnesi attenta, almeno un’ipotesi diagnostica”.
Di sicuro non c’è risposta che possa riportare Michele all’affetto dei suoi cari, ma se nulla si può fare per modificare il passato si può provare a rendere migliore il futuro.
Come ricorda Domenico, il padre di Michele, c’è ancora molto lavoro da fare: “il fatto che la procura abbia individuato un possibile responsabile significa che si stanno facendo accertamenti. Se qualcuno ha sbagliato, va punito”.