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CRONACA NERA

Messina Denaro e l'arresto della sua amante Laura Bonafede: accusata di aver coperto e aiutato la latitanza

Laura Bonafede, figlia del boss Leonardo, è stata arrestata dai carabinieri del Ros per aver aiutato Messina Denaro nella latitanza

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Luca Bucceri

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto del mondo dello sport e della politica, scrive anche di attualità ed economia. Laureato in Scienze della Comunicazione, muove i primi passi nelle redazioni sportive di Palermo per poi trasferirsi a Milano e lavorare per importanti testate.

Laura Bonafede, figlia del boss di Campobello di Mazara Leonardo Bonafede nonché cugina del prestanome Andrea, è stata arresta dai carabinieri del Rosa. La donna, maestra d’asilo, per anni sarebbe stata legata sentimentalmente a Matteo Messina Denaro e secondo le forze dell’ordine farebbe parte della rete di complici che ha protetto il capomafia durante la latitanza.

Arrestata Laura Bonafede

Il nome della donna, sposata con il mafioso ergastolano Salvatore Gentile, era già venuto fuori nel corso delle indagini sulla latitanza del padrino e immortalata dalle videocamere mentre parlava col boss al supermercato di Campobello due giorni prima del suo arresto.

È stata arrestata con l’accusa di favoreggiamento e procurata inosservanza di pena aggravati dall’aver agevolato Cosa nostra.

Matteo Messina Denaro subito dopo l’arresto

La donna sarebbe accusata di far parte della rete dei complici che ha protetto l’ex latitante negli oltre 30 anni di fuga. Poche settimane fa erano finiti in manette una coppia di coniugi con la stessa accusa. A far scattare le manette è stata l’inchiesta coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio De Lucia, dall’aggiunto Paolo Guido e dal pm della Dda Gianluca De Leo.

Al supermercato insieme prima dell’arresto

Già nelle scorse settimane si era parlato di Laura Bonafede e del rapporto col boss Matteo Messina Denaro. Amante del capomafia, la donna era stata infatti immortalata con lui in un supermercato di Campobello di Mazara appena due giorni prima dell’arresto del 60enne di Castelvetrano.

Secondo l’accusa Bonafede non solo avrebbe coperto negli anni la latitanza di Messina Denaro, ma gli avrebbe fatto la spesa per fargli avere rifornimenti temendo che potesse essere contagiato dal Covid.

Figlia di Leonardo Bonafede, storico boss di Campobello e cugina di Andrea – il geometra prestanome che aveva dato l’identità al boss – Laura Bonafede avrebbe anche condiviso con Messina Denaro un linguaggio cifrato per tutelare l’identità di altri protagonisti della rete di protezione del boss e curato con maniacale attenzione la sua sicurezza.

Indagata anche la figlia di Laura Bonafede

Tra gli indagati per favoreggiamento e procurata inosservanza di pena c’è anche Martina Gentile, figlia di Laura Bonafede. La Procura aveva chiesto per la ragazza gli arresti domiciliari, ma il gip ha rigettato l’istanza per mancanza dei gravi indizi di colpevolezza pur stigmatizzando i comportamenti della giovane, legata al capomafia da un forte rapporto di affetto.

Secondo l’accusa il boss, Martina e la madre avrebbero condiviso anche periodi di convivenza durante la latitanza di Messina Denaro.

La rete di complici per la latitanza

Attorno alla figura di Laura Bonafede, fanno sapere i carabinieri del Ros, ruoterebbe quindi l’intera rete di complici che hanno aiutato e coperto la latitanza del boss. Il suo arresto dunque costituisce la prosecuzione dell’indagine che lo scorso gennaio ha portato all’arresto di Messina Denaro.

Dal 16 gennaio 2023, data del colpo alla clinica “La Maddalena” di Palermo, sono finiti in manette anche il citato Andrea Bonafede, prestanome accusato di partecipazione ad associazione mafiosa e il medico personale del boss Alfonso Tumbarello per concorso esterno in associazione mafiosa ed altri reati pure aggravati dalle modalità mafiose.

In manette anche Rosalia Messina Denaro, sorella di Matteo, per partecipazione ad associazione mafiosa oltre che i coniugi Emanuele Bonafede e Lorena Ninfa Lanceri per procurata inosservanza di pena e favoreggiamento aggravati dalle modalità mafiose.

Fonte foto: Ansa

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