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Matteo Messina Denaro, scoperto anche il secondo covo ed è un bunker: dove si trova e cosa potrebbe contenere

Le indagini su Matteo Messina Denaro hanno portato alla scoperta di un secondo covo usato durante la latitanza dal boss: non è distante dall'altro

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Cristiano Bolla

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista esperto di cinema, televisione, nuovi media e spettacolo, scrive anche di cronaca e attualità. Laureato in Scienze e Tecnologie delle Arti e dello Spettacolo con Master in Drammaturgia e Sceneggiatura, ha lavorato per diverse produzioni prima di muovere i primi passi nelle redazioni di testate giornalistiche di Torino e Milano. Attualmente collabora anche con importanti riviste di settore.

Proseguono senza sosta le indagini della Procura di Palermo e dei Carabinieri del Ros dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro: assicurato il super boss al carcere 41 bis, si punta ora a ricostruire i 30 anni di latitanza e scovare coloro che lo hanno protetto. Le autorità hanno scoperto un secondo covo non distante dal primo.

Il secondo covo di Matteo Messina Denaro

Stando a quanto riferisce Ansa, magistrati e carabinieri hanno già trovato un secondo covo usato da Matteo Messina Denaro, catturato lunedì 16 gennaio 2023 alla clinica La Maddalena di Palermo, dove si stava sottoponendo a cure chemioterapiche.

Si troverebbe a circa 300 metri dall’abitazione di vicolo San VitoCampobello di Mazara, paese nel trapanese dove è già stata identificata la casa in cui il super boss viveva sotto la falsa identità di Andrea Bonafede.

Il super boss di Cosa Nostra negli ultimi mesi si nascondeva nel piccolo paese a circa 50 km da Marsala

Il capomafia avrebbe fatto realizzare un bunker all’interno di un’altra abitazione in quell’area, ma non è ancora chiaro se al suo interno si nasconda il tesoro di Messina Denaro. La perquisizione chiarirà se qui sono celati documenti, pizzini e soldi.

Il super boss è già in carcere: gli altri indagati

Nel frattempo, il boss mafioso si trova già all’interno del penitenziario di massima sicurezza dell’Aquila, dove è sottoposto a regime di 41 bis. Secondo alcune indiscrezioni, però, il suo comportamento sarebbe anomalo rispetto agli altri detenuti del suo tipo.

Gli inquirenti intanto puntano a ricostruire la rete di contatti che ha reso possibile una latitanza di trent’anni. Oltre all’arresto di Giovanni Luppino, l’agricoltore 59enne che ha accompagnato Matteo Messina Denaro in ospedale, è indagato anche il medico del boss.

Si chiama Alfonso Tumbarello ed è il medico 70enne originario di Campobello di Mazara che aveva in cura il vero Andrea Bonafede e quindi Matteo Messina Denaro. Il sospetto di chi indaga è che fosse a conoscenza della sua identità ma lui avrebbe negato tutto.

Con lui, risulta indagato anche Filippo Zerilli, oncologo trapanese che avrebbe eseguito l’esame del dna necessario alle cure chemioterapiche. Sotto inchiesta anche il geometra Andrea Bonafede, colui che ha “prestato” l’identità al mafioso e che ha ammesso di conoscerlo da sempre.

La reazione della figlia Lorenza Alagna

La prima udienza del processo a Matteo Messina Denaro è prevista per domani, ma potrebbe essere rinviata: ieri è stato nominato l’avvocato di fiducia, ovvero la nipote Lorenza Guttadauro. Non è l’unico familiare riemerso in queste ore.

Il Fatto Quotidiano ha raggiunto infatti Lorenza Alagna, nata nel 1996 dalla relazione tra Matteo Messina Denaro e Francesca Alagna. Oggi 26enne, la figlia mai riconosciuta dal boss di Cosa Nostra ha subito preso le distanze dall’arresto del padre latitante.

“Non ne voglio sapere niente” ha risposto alla giornalista, rinnegando così qualsiasi contatto con il tristemente celebre padre. In una lettera all’ex sindaco di Castelvetrano, Messina Denaro aveva scritto di non averla mai né vista né conosciuta: “Spero che la vita si prenda tutto da me per darlo a lei. Non conoscere i propri figli è contro natura”.

Fonte foto: ANSA

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