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Perquisito il covo di Matteo Messina Denaro, ora si indaga sui fiancheggiatori che hanno protetto il boss

Il covo di Matteo Messina Denaro si trovava in un'anonima palazzina a due piani a Campobello di Mazara. Le perquisizioni sono durate tutta la notte

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Trovato il covo di Matteo Messina Denaro. Si tratta di un appartamento in una palazzina nei pressi del centro di Campobello di Mazara, paese in provincia di Trapani dove ha la residenza l’autista del boss, Giovanni Luppino. La perquisizione è andata avanti tutta la notte.

Il covo di Matteo Messina Denaro a Campobello di Mazara

La palazzina a due piani di colore giallo è stata circondata da un cordone di sicurezza delle forze dell’ordine.

Al momento non si sa se Matteo Messina Denaro abbia utilizzato quell’appartamento come base operativa o se lo abbia usato solo come punto d’appoggio temporaneo soggiornandovi per poco tempo.

Covo Matteo Messina DenaroFonte foto: Tuttocittà
Campobello di Mazara è un comune di circa 10mila abitanti in provincia di Trapani. Si trova a pochi chilometri da Castelvetrano, città natale di Matteo Messina Denaro.

Così come non si conoscono le risultanze delle perquisizioni. Gli investigatori cercano in particolare pizzini e altro materiale che possano ricostruire i legami di Cosa nostra e gli ordini impartiti.

Ma anche tracce biologiche che possano provare la presenza o il passaggio di altre persone nel covo.

Si cerca l’archivio di Salvatore Riina

Al centro della ricerca soprattutto l’archivio di Totò Riina, ovvero quei documenti che si trovavano nella villetta di via Bernini a Palermo in cui il boss corleonese fu arrestato nel 15 gennaio 1993.

Documenti che, nelle speranze della procura di Palermo, potrebbero rappresentare la Stele di Rosetta della lotta a Cosa nostra perché in grado di svelare interamente l’organigramma delle famiglie mafiose, gli affari delle cosche e i nomi e i volti di quella borghesia compiacente che da sempre fa da cuscinetto fra i boss e la società civile.

Quei documenti potrebbero, soprattutto, provare la presenza di eventuali politici che possano aver fatto da quinta colonna tradendo lo Stato e favorendo Cosa nostra.

Il covo di Totò Riina non fu perquisito dopo la cattura del boss, dando modo ai suoi fiancheggiatori di entrare per portare via tutto, imbiancando anche le pareti per coprire ogni traccia biologica.

La mancata perquisizione diede vita al filone di indagini sulla trattativa fra Stato e mafia.

Vestiti di marca e profumi nella casa di Matteo Messina Denaro

Come riporta il ‘Corriere della sera’, le prime informazioni trapelate in merito alla perquisizione nel covo di Matteo Messina Denaro parlano del rinvenimento di diversi capi di abbigliamento firmati e di alcuni profumi, a riprova dello stile di vita apprezzato dall’ultimo padrino di Cosa nostra, decisamente più alla moda rispetto all’esistenza spartana condotta da Totò Riina e Bernardo Provenzano.

Durante il suo arresto avvenuto senza resistenza nella mattina di lunedì 16 gennaio alla clinica Maddalena di Palermo, Matteo Messina Denaro indossava infatti un montone griffato e un orologio Franck Muller il cui valore di mercato è stimato fra i 30 e i 40 mila euro.

Matteo Messina Denaro è malato di cancro ed era lì per sottoporsi a un ciclo di chemioterapia.

messina-denaro-documento Fonte foto: ANSA
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