Matteo Messina Denaro non si presenta al processo sulle stragi: il boss è accusato di essere il mandante
Nuova udienza nel processo sulle stragi del 1992, nuova assenza di Matteo Messina Denaro: il boss, imputato come mandante, ha rinunciato a comparire
Assente. Il boss di Castelvetrano, Matteo Messina Denaro, ha rinunciato a comparire al processo in cui è imputato come mandante delle stragi di Capaci e di via D’Amelio, che si celebra a Caltanissetta, giovedì 9 marzo. Era stato predisposto il collegamento audiovideo con il carcere dell’Aquila, dove è attualmente detenuto, ma invano.
- Matteo Messina Denaro imputato nel processo delle stragi del 1992
- Come sta Matteo Messina Denaro
- Un altro avvocato rinuncia alla difesa del boss dopo la nipote
Matteo Messina Denaro imputato nel processo delle stragi del 1992
Giovedì 9 marzo 2023 si è svolta la nuova udienza del processo sulle stragi del 1992 di Capaci e via D’Amelio, che hanno causato la morte di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, in cui Matteo Messina Denaro è imputato come mandante.
In primo grado, il boss è già stato condannato all’ergastolo.
L’udienza è stata rinviata a giovedì 23 marzo per le conclusioni della difesa.
Come sta Matteo Messina Denaro
Anche nella scorsa udienza del 19 gennaio 2023, tre giorni dopo il suo arresto, il boss di Castelvetrano aveva rinunciato a partecipare.
In quella circostanza, Matteo Messina Denaro sarebbe stato assente a causa della sua prima seduta di chemioterapia a cui viene sottoposto all’interno dell’istituto penitenziario, poiché alle prese con un tumore.
Un altro avvocato rinuncia alla difesa del boss dopo la nipote
Nel frattempo la corte, presieduta dalla presidente Maria Grazia Vagliasindi, ha comunicato che dopo la rinuncia del mandato del suo legale, Messina Denaro non ne ha nominato un altro.
A rimettere il mandato era stata, mercoledì 8 marzo, Lorenza Guttadauro, nipote del boss.
A Matteo Messina Denaro, pertanto, ne è stato designato uno di ufficio: Calogero Montante.
Anche quest’ultimo, però, ha dichiarato di voler rinunciare al mandato in quanto, in passato, aveva difeso il ‘falso’ pentito Vincenzo Scarantino nel processo Borsellino Quater e nel processo d’Appello. Ma anche perché ricopre la carica di vice procuratore onorario alla Procura di Palermo.
Scarantino è stato parte offesa nel processo che si è appena concluso a carico di tre poliziotti per il depistaggio delle indagini sulla Strage di via D’Amelio.
In passato aveva accusato alcune persone di essere mandanti delle stragi, dicendo il falso: proprio per questo motivo erano stati indagati i tre agenti, accusati di aver costruito a tavolino le dichiarazioni del falso pentito. Di conseguenza, l’avvocato Montante ha fatto notare che ci sarebbe incompatibilità.
La Corte d’Assise d’Appello, dopo essersi ritirata per sciogliere la riserva e decidere in merito alla richiesta avanzata di rinuncia avanzata dal legale, ha deciso comunque di confermare la nomina d’ufficio di Calogero Montante.