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Matteo Messina Denaro, ci sono zero possibilità che collabori con la giustizia: parla l'avvocato dei pentiti

Matteo Messina Denaro non collaborerà con la giustizia, parla l’avvocato Luigi Li Gotti

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Mirko Vitali

GIORNALISTA

Giornalista esperto di politica e attualità, attento anche ai temi economici e alle dinamiche del mondo dello spettacolo. Dopo due lauree umanistiche e il Master in critica giornalistica, lavora e collabora con diverse testate e realtà editoriali nazionali

Nessuna possibilità che l’ex latitante Matteo Messina Denaro collabori con la giustizia. Ad affermarlo è l’avvocato Luigi Li Gotti, storico difensore dei pentiti di Cosa nostra (ha assistito, tra gli altri, Tommaso Buscetta, Gaspare Mutolo e Giovanni Brusca), dopo la trasferta per interrogare il boss nel carcere dell’Aquila del procuratore di Palermo, Maurizio de Lucia, e del suo aggiunto Paolo Guida.

L’avvocato dei pentiti di Cosa Nostra: “Messina Denaro deve difendere il suo patrimonio, non collaborerà”

“La mia opinione – ha spiegato Li Gotti in un’intervista rilasciata all’AdnKronos – è che ci siano zero possibilità che Matteo Messina Denaro stia collaborando o inizi a collaborare con la giustizia, perché non ha convenienza, lui deve difendere il suo patrimonio e pensare alla sua salute, il suo problema principale”.

“Che interesse ha, dunque, ad avviare una collaborazione, che significa anche disvelare tutti i beni posseduti? Perché la prima cosa che viene chiesta è questa”, ha proseguito il legale.

Un frame del trasferimento in carcere del boss Matteo Messina Denaro

Li Gotti: “Messina Denaro? La legge impone dei tetti””

E ancora: “Messina Denaro è già stato condannato definitivamente a più ergastoli, dunque, qualora collaborasse, per poter accedere a chiedere dei benefici alternativi ci vogliono dieci anni dal momento in cui viene arrestato. Prima di dieci anni, anche se collabora, non può nemmeno chiedere i benefici“.

“Un collaboratore di giustizia, infatti, prima di poter accedere ai benefici deve superare una certa soglia di espiazione di condanna, non è che inizia a collaborare e il giorno dopo accede ai benefici, no, la legge impone dei tetti”, ha rilevato sempre Li Gotti.

“Messina Denaro non arriverà a vivere altri 10 anni con la malattia grave che ha”

“Ciò significa – ha continuato l’avvocato – che la malattia è uno stimolo a non collaborare, perché se è vero, com’è vero, che per ottenere benefici devono trascorrere dieci anni, uno che ha una malattia grave, almeno così hanno detto, non ci arriva a vivere altri dieci anni”.

“Dunque, che benefici avrebbe Messina Denaro? Zero, e zero, a mio parere, sono le possibilità che collabori. Poi tutto può essere, però francamente…”, ha concluso il legale.

Fonte foto: ANSA

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