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Mattarella duro sulla strage di Bologna e la matrice neofascista: "Accertata da processi, eversori assassini"

Le parole del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per ricordare la strage di Bologna, di "matrice neofascista" come accertato nei processi

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Simone Vazzana

GIORNALISTA

Giornalista professionista, è caporedattore di Virgilio Notizie. Ha lavorato per importanti testate e tv nazionali. Scrive di attualità, soprattutto di Politica, Esteri, Economia e Cronaca. Si occupa anche di data journalism e fact-checking.

Il 2 agosto 1980 Sergio Mattarella aveva 39 anni. Suo fratello, Piersanti, era stato assassinato nel gennaio di quello stesso anno da Cosa Nostra. Non era ancora deputato (sarà eletto nel 1983), ma nonostante il lutto personale ha ancora negli occhi le immagini della strage di Bologna, che ha devastato un Paese. A distanza di 43 anni, da presidente della Repubblica, ricorda la tragedia e sottolinea la matrice neofascista dell’attentato alla stazione, “accertata dai processi”, e definisce gli “eversori” degli “assassini”, affiancati da “cinici registi occulti”.

Le parole di Sergio Mattarella sulla “matrice neofascista”

Sul sito del Quirinale sono riportate le dichiarazioni del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione del 43° anniversario della strage di Bologna: “Le immagini della stazione di Bologna, la mattina del 2 agosto 1980, ci hanno restituito un’umanità devastata da una ferocia inimmaginabile, da un terrore che ambiva a pretendersi apocalittico. Il ricordo di quelle vittime è scolpito nella coscienza del nostro popolo. Una ferita insanabile nutre la memoria dell’assassinio commesso”.

“Nel giorno dell’anniversario – aggiunge – la Repubblica si stringe ai familiari e alla comunità cittadina con sentimenti di rinnovata solidarietà. Siamo con loro, con le vite innocenti che la barbarie del terrorismo ha voluto spezzare, con violenza cieca, per l’obiettivo eversivo e fallace di destabilizzare le istituzioni della democrazia”.

L’orologio della stazione di Bologna fermo alle 10:25 dal 2 agosto 1980, ora in cui un’esplosione ha causato 85 morti e 200 feriti

Quindi, l’attacco a mandanti ed esecutori: “L’Italia ha saputo respingere gli eversori assassini, i loro complici, i cinici registi occulti che coltivavano il disegno di far crescere tensione e paura. È servita la mobilitazione dell’opinione pubblica. È servito l’impegno delle istituzioni. La matrice neofascista della strage è stata accertata nei processi e sono venute alla luce coperture e ignobili depistaggi, cui hanno partecipato associazioni segrete e agenti infedeli di apparati dello Stato”

Poi un appello: “La ricerca della verità completa è un dovere che non si estingue, a prescindere dal tempo trascorso. È in gioco la credibilità delle istituzioni democratiche”.

Il pensiero a Bologna

Infine, il messaggio a Bologna: “La città, sin dai primi minuti dopo l’attentato, ha mostrato i valori di civiltà che la animano. E con Bologna e l’Emilia-Romagna, l’intera Repubblica avverte la responsabilità di difendere sempre e rafforzar i principi costituzionali di libertà e democrazia che hanno fatto dell’Italia un grande Paese”.

Cos’è la strage di Bologna

Il 2 agosto 1980, alle ore 10:25, un’esplosione squarcia l’ala sinistra della stazione di Bologna su piazza Medaglie d’oro. Spazzati via la sala d’attesa di 2^ classe, gli uffici al primo piano e il ristorante.

Tra le 85 vittime anche due tassisti che attendevano i clienti, 200 i feriti. Si tratta della strage più efferata d’Italia, che cancella storie e persone di ogni età e provenienza.

Qui abbiamo ricostruito la strage, ma anche i processi e le condanne (alcune definitive).

Fonte foto: ANSA

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