Matilde Lorenzi morta sulla pista da sci, "indagini sbrigative": dall'autopsia al tracciato, Procura attaccata
A sollevare perplessità sulla conduzione delle indagini sulla morte di Matilde Lorenzi è il consigliere del Csm, Ernesto Carbone. Dubbi sulla mancata autopsia
La morte di Matilde Lorenzi, giovane promessa dello sci azzurro, mentre si allenava sulla pista Grawand G1 del ghiacciaio della Val Senales, è al centro di un acceso dibattito. A sollevare perplessità sulla conduzione delle indagini è il consigliere del Csm, Ernesto Carbone, che ha chiesto l’apertura di un’inchiesta per verificare se la Procura di Bolzano abbia operato correttamente e in modo completo.
- Morte Matilde Lorenzi, i dubbi sulle indagini
- La mancata esecuzione dell'autopsia
- Di cosa sono accusati i magistrati
Morte Matilde Lorenzi, i dubbi sulle indagini
L’incidente, avvenuto il 29 ottobre scorso, ha visto la morte della sciatrice di 19 anni dopo una caduta durante un allenamento.
La Procura, dopo un’iniziale indagine, aveva dichiarato che non vi erano responsabilità penali, sostenendo che la pista fosse dotata di adeguate protezioni.
Matilde Lorenzi durante una gara
Tuttavia, alcune fotografie scattate subito dopo l’incidente smentiscono parzialmente questa versione. In particolare, si nota l’assenza di reti di protezione nel tratto di pista dove Lorenzi è caduta, proprio all’intersezione con il fuori pista, con un dislivello di 2-3 metri.
Un dettaglio che solleva dubbi sull’effettiva sicurezza del tracciato, messo in discussione anche da ex atleti come Paolo De Chiesa e Piero Gros, che hanno parlato di una zona particolarmente pericolosa.
La mancata esecuzione dell’autopsia
Un altro aspetto criticato riguarda la mancata esecuzione dell’autopsia sul corpo di Matilde. Carbone ha sottolineato come non sia stato accertato se la morte fosse stata causata dalla caduta direttamente in pista o dal volo fuori pista che ne è seguito.
La Procura, infatti, non ha eseguito accertamenti per determinare le reali cause del decesso, lasciando molte domande senza risposta. La posizione del tracciato è stata altresì messa sotto osservazione: le immagini mostrano come il percorso fosse troppo vicino al bordo pista, senza vie di fuga per gli atleti in caso di emergenza.
Di cosa sono accusati i magistrati
Le richieste di apertura di un’inchiesta disciplinare nei confronti dei magistrati coinvolti nelle indagini sono motivate dal fatto che, in una situazione così complessa e tragica, la velocità con cui le indagini sono state chiuse non sembra giustificata, né tantomeno esaustiva.
La Procura di Bolzano, infatti, non ha approfondito le questioni relative alla sicurezza della pista, né ha cercato di risolvere le molteplici incongruenze emerse.