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Massimo Giannini e la querela notificata nel cuore della notte: le scuse del ministro dell'Interno Piantedosi

Il giornalista di Repubblica Massimo Giannini è stato buttato già dal letto nel cuore della notte: alcuni poliziotti gli hanno notificato una querela. L'editorialista ha parlato di un "atto intimidatorio"

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Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Massimo Giannini, editorialista di Repubblica, è stato svegliato alle 4 del mattino mentre si trovava in albergo a Milano. Alcuni agenti di polizia sono giunti per notificargli una querela per diffamazione. La notizia è stata data dal giornalista negli studi di Otto e mezzo. Giannini ha parlato di una “intimidazione”. Sul caso sono già arrivate le scuse del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi. Presentata un’interrogazione parlamentare.

Querela a Giannini nel cuore della notte

La sera prima Massimo Giannini aveva partecipato a una puntata di Che tempo che fa di Fabio Fazio e aveva parlato della stretta sulla stampa del governo Meloni.

A notte fonda poliziotti in divisa sono entrati nella hall chiedendo di Giannini. Il portiere di notte ha cercato di fermarli: “Il cliente parte alle 8, potete tornare a quell’ora”.

“No, dobbiamo farlo adesso”, avrebbero replicato gli agenti. Giannini, viene scritto, è sceso nella hall e ha chiesto conto dell’urgenza, ma senza ottenere una risposta soddisfacente.

Le scuse di Piantedosi a Giannini

È un fatto oggettivamente molto grave, stiamo facendo accertamenti per capire cos’è successo. Penso sia stato un eccesso di solerzia. […] A nome mio e della polizia le rinnovo le nostre scuse.

Queste le parole rivolte da Piantedosi al giornalista nel corso di una telefonata. Giannini, come scrive La Repubblica, l’ha ringraziato senza però risparmiarsi una stoccata all’esecutivo guidato da Giorgia Meloni: “Il suo è stato un gesto doveroso ma non scontato, visto il clima politico nel quale viviamo e l’approccio arrogante e palesemente intimidatorio di governo e maggioranza verso la libera informazione“.

Interrogazione parlamentare sul caso Giannini

Enrico Costa di Azione ha depositato un’interrogazione parlamentare che chiama in causa Piantedosi e il ministro della Giustizia Carlo Nordio per un atto “incomprensibile e ingiustificabile, un’intimidazione in spregio alla presunzione di innocenza”.

Atti “a sorpresa”, aggiunge, quali le perquisizioni, salvo ragioni specifiche, “non debbono per legge essere eseguiti in ore notturne, ma tra le 7 e le 20”. E ancora: “Se questa è la disciplina per atti a sorpresa, è sorprendente che notifiche ‘burocratiche’ come quella descritta, che non recano ragioni di urgenza, seguano una ‘prassi’ opposta, trasformandosi in una forma di intimidazione in spregio alla presunzione di innocenza”.

Costa domanda se “l’autorità giudiziaria procedente ne fosse a conoscenza, e se sia realmente una prassi quella di presentarsi nottetempo con 4 agenti per analoghe notifiche”.

Costa chiede inoltre se i due ministri non ritengano opportuno ”avanzare iniziative normative per delineare in modo più puntuale le modalità di esecuzione degli atti giudiziari”.

La palla passa ora ai ministri Nordio e Piantedosi, che dovranno documentarsi sui fatti e rispondere in Parlamento con una replica scritta.

Fonte foto: IPA

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