Marmolada, riprese le ricerche dei 13 dispersi: droni ed elicotteri per non rischiare altri morti
Ripartite le ricerche delle 13 persone disperse nella Marmolada: i soccorritori stanno valutando se far saltare o meno ciò che resta del ghiacciaio
Con il passare delle ore la speranza di trovare ulteriori superstiti della tragedia della Marmolada si fa sempre più flebile. Le ricerche delle 13 persone disperse da parte dei soccorritori sono riprese nella mattinata. Al momento le vittime accertate sono 7, mentre sono 8 i feriti.
- Marmolada, elicotteri e droni per cercare i dispersi
- L’ipotesi di far saltare il resto del seracco
- Il cordoglio di Draghi
Marmolada, elicotteri e droni per cercare i dispersi
Per riuscire a ritrovare le persone che mancano all’appello sul ghiacciaio si stanno impiegando sia droni che elicotteri. Essendo la zona del crollo ancora interdetta, nessun soccorritore può essere messo in condizioni di pericolo per risalire a piedi.
Al momento sul pendio della Marmolada continua il monitoraggio e risulta impossibile persino scavare: la massa di neve si è consolidata a tal punto da non poter essere incisa neanche con un piccone, come sottolineato dal Corpo nazionale alpino.
Tra i tentativi di salvataggio attualmente in corso c’è quello di provare a intercettare i segnali dei telefoni cellulari ancora accesi: per questo è in volo anche l’elicottero della Guardia di Finanza attrezzato con il sistema di scansione Imsi Catcher.
L’ipotesi di far saltare il resto del seracco
Vista la corsa contro il tempo e l’impossibilità degli scavi, tra le ipotesi al vaglio dei soccorritori c’è quella di far saltare artificialmente ciò che resta del seracco, come riportato da La Repubblica.
È tuttavia un dilemma: se da una parte si potrebbe arrivare a poter scavare fisicamente tra i blocchi di ghiaccio e le rocce, dall’altra si rischierebbe di seppellire ulteriormente le persone disperse.
Secondo quanto spiegato da Maurizio Dell’Antonio, capo nazionale del soccorso alpino, “qualcuno potrebbe non essere più trovato”.
Il timore a prescindere dalle modalità di ricerca resta comunque quello di non riuscire più a mettere in salvo nessuno: “I corpi potrebbero riaffiorare tra settimane o mesi, quando il caldo scioglierà il ghiaccio che li ha sepolti”.
Il cordoglio di Draghi
Nella giornata di ieri, lunedì 4 luglio, si è recato ai piedi della Marmolada il presidente del Consiglio Mario Draghi. Il premier ha tenuto un vertice con le autorità locali e la Protezione civile e ha incontrato alcuni familiari dei morti e dei dispersi.
“Oggi l’Italia piange queste vittime – ha dichiarato in conferenza stampa – e tutti gli italiani si stringono con affetto”. Poi ha precisato: “Questo è un dramma che ha delle imprevedibilità, ma certamente dipende dal deterioramento dell’ambiente e dalla situazione climatica“.
Secondo il primo ministro, il Governo dovrà riflettere su quanto accaduto e prendere provvedimenti affinché la tragedia “abbia una bassissima probabilità di riverificarsi e anzi venga evitata”.