NOTIZIE
CULTURA E SPETTACOLO

Mario Orfeo direttore di Repubblica al posto di Maurizio Molinari, John Elkann lascia la presidenza di Gedi

Mario Orfeo è il nuovo direttore di Repubblica: raccoglie il testimone di Maurizio Molinari, che resta nel quotidiano come collaboratore ed editorialista

Pubblicato: Aggiornato:

Mauro Di Gregorio

GIORNALISTA

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Approdato a QuiFinanza e Virgilio Notizie dopo varie esperienze giornalistiche fra Palermo e Milano. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

Mario Orfeo lascia il Tg3 per diventare il nuovo direttore del quotidiano La Repubblica, mentre il vecchio direttore Maurizio Molinari rimane in veste di collaboratore ed editorialista. Ma le novità in casa Gedi non sono finite: John Elkann lascia la presidenza del gruppo di cui rimane azionista attraverso Exor: al suo posto arriva Maurizio Scanavino, che lascia la carica di Ad a Gabriele Comuzzo.

Molinari lascia la guida di Repubblica dopo 4 anni e mezzo

Maurizio Molinari ha conosciuto solo pochi giorni fa le decisioni di Gedi, come scrive Primaonline. Molinari era arrivato alla guida del quotidiano il 23 aprile 2020.

Lascia il ruolo apicale a pochi giorni dallo sciopero dei giornalisti di Repubblica del 25 e 26 settembre.

Mario Orfeo, nuovo direttore di Repubblica, in una foto del gennaio 2020.

Chi è Mario Orfeo, direttore di Repubblica

Mario Orfeo è nato a Napoli nel 1966. Ha iniziato la sua carriera giornalistica nel 1984 presso il quotidiano Napoli Notte. Nel 1988 è diventato giornalista professionista mentre lavorava al Giornale di Napoli. Nel frattempo collaborava con diverse testate nazionali, tra le quali il settimanale Panorama.

Per Orfeo il lavoro a Repubblica non è una novità: nel 1990 aveva preso parte alla nascita della redazione napoletana del quotidiano e vi era rimasto per 4 anni. Poi si era trasferito a Roma per ricoprire il ruolo di responsabile del servizio politico per diventare successivamente caporedattore centrale.

È inoltre stato direttore de Il Mattino fino al 2009 e dal 2009 al 2012 ha diretto Il Messaggero. Nel 2012 la nomina a direttore del Tg1 e nel 2017 quella a direttore generale della Rai, dove è rimasto in carica fino al 2019.

Successivamente il ritorno al Tg1 per un breve periodo. Fra i suoi ruoli recenti anche la direzione del Tg3.

Lo sciopero a Repubblica

Pochi giorni prima del cambio al vertice, i giornalisti di Repubblica avevano scioperato in segno di protesta contro l’editore. Il comitato di redazione ha approvato lo sciopero di due giorni (mercoledì 25 e giovedì 26 settembre) con 230 sì, 33 no e 15 astenuti.

Ad accendere la discordia è stata la copertura dell’evento Italian Tech Week, organizzato dal 25 al 27 settembre a Torino dalla holding Exor. La copertura dell’evento, tradizionalmente, era sempre stata affidata a Repubblica. Per l’edizione 2024, invece, il materiale editoriale composto da articoli e interviste è stato gestito direttamente da Exor bypassando il quotidiano.

A causare l’agitazione della redazione, fra le altre cose, il fatto che alcuni contenuti promozionali siano stati pubblicati senza l’apposita dicitura che li distinguesse dalle notizie informative.

“Da tempo – ha scritto in una nota il cdr – denunciamo i tentativi di piegare colleghe e colleghi a pratiche lontane da una corretta deontologia e dall’osservanza del contratto nazionale. La direzione ha il dovere di apportare ogni correttivo e presidio possibile per rafforzare le strutture di protezione della confezione giornalistica di tutti i contenuti di Repubblica, tema sul quale nei mesi scorsi è già stata votata una sfiducia all’attuale direttore”.

Infine l’appello ai lettori: “Questa redazione non ha mai venduto l’anima. E non sarà mai disposta a farlo”.

Fonte foto: IPA

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963