Mario Cipollini condannato a 3 anni per lesioni all'ex moglie: lo sfogo della donna dopo la sentenza
Cipollini è stato condannato in un processo che lo ha visto imputato dei reati di lesioni e minacce nei confronti dell'ex moglie Sabrina Landucci
Il Tribunale di Lucca ha condannato a 3 anni l’ex campione del mondo di ciclismo Mario Cipollini in un processo che lo ha visto imputato dei reati di lesioni e minacce alla ex moglie Sabrina Landucci.
La sentenza
Sabrina Landucci denunciò Mario Cipollini nel gennaio 2017. Nel processo il pm Letizia Cai aveva richiesto 2 anni e 6 mesi. Lo sportivo è stato condannato anche per le minacce al nuovo compagno della ex, Silvio Giusti, già calciatore professionista.
Il giudice ha anche deciso la condanna al pagamento di 80mila euro alla ex moglie e 5 mila euro al suo compagno.
Il ricorso
Dopo la sentenza, l’avvocato Giuseppe Napoleone, come riportato dall’agenzia ‘Ansa’, ha riferito di voler “aspettare la lettura delle motivazioni” prima di commentare la sentenza, ma è certo che i legali di Mario Cipollini presenteranno ricorso alla corte di appello.
Il commento di Sabrina Landucci, ex moglie di Mario Cipollini
Questo il commento a “caldo” di Sabrina Landucci, riportato da ‘Ansa’: “È difficile commentare ma sono contenta anche se è stato un percorso difficilissimo ed è stata una giornata molto difficile. È stata veramente dura ascoltare perché la parte della difesa mi ha fatto molto, molto male. Mi sono sentita veramente offesa e, soprattutto, la cosa che mi ha offeso di più è stato aver tracciato questa mia immagine di madre inadeguata mentre è la cosa contro cui ho lottato tutta la vita. Spero che questa mia vicenda serva a tante persone che per anni non sono riuscite a fare questo passo”.
A ‘Storie italiane’, su RaiUno’, l’ex moglie di Mario Cipollini ha ribadito: “Mi sento meglio, mi sento più leggera. Mi sento in questo momento anche molto male e molto, molto fragile. È la fine di un incubo. Sono stati 7 anni difficili. Sono sempre stata abbastanza riservata, ho fatto questo perché ho dovuto farlo per dire basta e per urlare quello che avevo dentro, che era insostenibile. Mi fa piacere questa sentenza, anche se non è una vittoria. Mi sono sentito ferita, mi hanno dipinto come una madre inadeguata. Io è una vita che lotto per le mie figlie, ho fatto tutto per loro. Credo che questa sentenza sia giusta, anche se fa male a tutti”.