Caso Cerciello, spunta l'audio sul patto tra i carabinieri
Spunta un messaggio da parte del maresciallo Gaetano Armao, superiore di Andrea Varriale, inviatogli il 28 luglio 2019
Spunta un messaggio da parte del maresciallo Gaetano Armao, superiore di Andrea Varriale, inviatogli il 28 luglio 2019. Secondo quanto riporta l’Ansa, il maresciallo disse: “Andrea di questa cosa dell’ordine di servizio non ne parlare con nessuno, Ottaviani (capo della stazione dei carabinieri di Piazza Farnese all’epoca dei fatti, ndr) già sa tutto, vieni da me e lo compiliamo”.
L’indicazione sarebbe stata data a Varriale prima che venisse convocato dai superiori per raccontare quanto accadde la notte del 26 luglio, quando il vicebrigadiere Mario Cerciello Rega è stato assassinato.
Armao precisò: “Bisogna sistemare la questione dell’ordine di servizio, è vuoto, lo devi compilare almeno con l’intervento”, riferendosi all’identificazione di Sergio Brugiatelli, il presunto mediatore dei pusher di Trastevere.
Varriale ha quindi spiegato: “A piazza Mastai avevo preso un appunto su un foglio di carta con le generalità di Brugiatelli per poi riportarlo con calma in caserma”.
Omicidio Cerciello, la testimonianza di Varriale sulla benda di Hjorth
Il carabiniere Andrea Varriale ha raccontato gli avvenimenti della notte del 26 luglio a Roma quando è stato ucciso il suo collega di pattuglia Mario Cerciello Rega. “Quella notte non eravamo preoccupati. Ci sembrava una cosa da nulla, da ladro di polli“, ha riferito nel corso del processo per l’omicidio dell’amico. Nel banco degli imputati i due giovani turisti americani Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjorth. Ne dà notizia l’Ansa.
“A Trastevere”, il quartiere romano dove il carabiniere è stato ucciso, “sono molte le fregature che vengono fatte a chi cerca droga. Quella ci sembrò una sóla e la pasticca trovata a piazza Mastai era palesemente tachipirina. Non mi sembrava una estorsione fatta da veri criminali, ci sembrava una cosa da poco”.
Andrea Varriale è stato riascoltato oggi sul banco dei testimoni dopo che la scorsa udienza per l’omicidio Cerciello Rega è stata sospesa in seguito a un malore per il suocero del carabiniere ucciso.
Andrea Varriale: “Mario Cerciello Rega era il nostro maestro”
“Mario Cerciello Rega era sempre in prima linea. Era il nostro maestro, era il più esperto“, ha testimoniato ancora Andrea Varriale. “Alcune delle nostre indagini sono partite proprio da sue intuizioni, era il più esperto di tutti. Mario non era assolutamente un violento e io ho imparato tantissimo da lui. Il nostro approccio in questi interventi è stato sempre pacifico”.
In quella circostanza “commisi un errore stupido, quello di dire che avevo la pistola con me e che l’avevo consegnata al mio comandante di stazione in ospedale. Ma tanto ormai a tanti colleghi già avevo detto che non l’avevo, quindi mi stavo nascondendo dietro a un dito. Ho commesso una leggerezza”, ha ammesso Andrea Varriale in tribunale.
Andrea Varriale: “La bendatura di Hjorth mi ha sorpreso”
Riguardo lo scandalo emerso in seguito all’omicidio del carabiniere, con le foto di Gabriel Natale Hjorth bendato nella caserma di Via in Selci, Andrea Varriale ha riferito ai giudici che “la bendatura del fermato mi ha sorpreso. Non avevo mai visto un arrestato tenuto in quel modo. Mi è parsa molto strana”.
“Non sapevo assolutamente del fatto che era uscita sui media quella fotografia. Le indagini dell’Arma su questa sono iniziate subito. Il 28 luglio fui chiamato dal comandante di Compagnia di allora il Maggiore Aniello Schettino. Incontrai il colonnello Antonio Petti, l’allora comandante del gruppo Roma, in un colloquio informale con lui dissi che non avevo fatto io la fotografia”, ha dichiarato, come riporta l’Ansa.
Andrea Varriale ha raccontato ai giudici anche di aver filmato Gabriel Natale Hjorth mentre era bendato. Avrebbe fatto il video, finito poi negli atti dell’indagine, per “associare la voce, che avevo su Whatsapp perché Mario Cerciello aveva registrato una telefonata intercorsa tra Natale e Brugiatelli, al volto e così gli ho fatto qualche domanda”, ha spiegato.
Finnegan Lee Elder ha dichiarato di aver ricevuto calci e pugni dopo l’arresto in un’intercettazione di una telefonata avvenuta in carcere. “Mi hanno buttato a terra, mi hanno dato calci, pugni, mi sono saliti sopra, mi hanno sputato addosso”, ha dichiarato l’imputato.