Manovra, ok della Camera: la legge di Bilancio del governo Meloni passa al Senato. Cos'è successo nella notte
All'alba del 24 dicembre, dopo ore di votazioni, la Camera ha approvato il testo della legge di Bilancio 2023 con 197 voti favorevoli
La prima legge di Bilancio del governo guidato da Giorgia Meloni è pronta a passare al Senato per la stretta finale. All’alba della Vigilia di Natale, dopo una lunga notte di votazioni e discussioni, la Camera ha dato il suo via libera raccogliendo 197 voti favorevoli, 129 contrari e 2 astenuti. Il testo della manovra da 35 miliardi di euro, di cui 21 finanziati in deficit, dovrà ora essere approvato in maniera definitiva entro il 31 dicembre per evitare l’esercizio provvisorio.
- Ok della Camera alla manovra: la lunga votazione
- Gli emendamenti dell'ultim'ora
- Le parole del ministro Giorgetti
- Manovra al voto in Senato: corsa contro il tempo
Ok della Camera alla manovra: la lunga votazione
L’approvazione alla Camera della legge di Bilancio 2023 è arrivata dopo una settimana di tensioni tra maggioranza e opposizioni, sia per le misure che per i metodi. Le operazioni sul voto di fiducia sono iniziate intorno alle 21 di venerdì 23 dicembre. Dopo circa un’ora la manovra ha incassato il primo ok con voto palese con 221 sì, 152 no e 4 astenuti.
Successivamente è iniziato l’esame degli articoli e l’approvazione degli emendamenti alle tabelle presentati poco prima dal governo, che non hanno riguardato la fiducia. Intorno alle 00:45 del 24 dicembre l’Assemblea è poi passata alla votazione dei circa 240 ordini del giorno.
La seduta è stata sospesa poco prima delle 6 per consentire alla commissione Bilancio di esaminare la nota di variazione approvata dal Consiglio dei ministri. Subito dopo sono iniziate le dichiarazioni di voto per l’approvazione della Camera, arrivata intorno alle 7.
Gli emendamenti dell’ultim’ora
Dopo il voto sulla fiducia sono stati approvati due emendamenti dell’ultim’ora, che hanno fatto registrare una forte protesta dei partiti dell’opposizione. Il primo riguardava l’allineamento delle coperture, il secondo l’acquisto da parte dello Stato di Villa Verdi e il contrasto della peste suina in Piemonte.
Nei giorni scorsi l’emendamento per inserire la Carta cultura giovani aveva di fatto escluso i fondi per l’acquisto di Villa Verdi, per la cui salvezza un mese fa si era impegnato lo stesso ministro Gennaro Sangiuliano. A ridosso della maratona notturna in Aula l’esecutivo ha poi inserito la residenza che fu del compositore tra le esigenze indifferibili.
Di conseguenza sono stati spostati 20 milioni di euro dal fondo del ministero dell’Economia a quello della Cultura, andando a modificare una delle tabelle allegate al provvedimento da 35 miliardi di euro complessivi.
Per contrastare la peste suina in Piemonte sono invece stati stanziati 400mila euro. In Commissione l’accordo politico non era stato trovato e la svolta, secondo quanto trapelato dai corridoi di Montecitorio, sarebbe arrivata grazie al pressing di Lega e Fratelli d’Italia.
Le parole del ministro Giorgetti
Il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti durante la notte ha commentato la grande concitazione vissuta nelle ultime battute della votazione. Parlando in Transatlantico con i giornalisti, ha affermato: “È come gli aerei, quando c’è un po’ di turbolenza, l’importante è atterrare“.
Parole che vanno a sostegno delle dichiarazioni della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la quale ha ammesso di ritenere ampiamente superato il primo esame. “È una manovra in un momento difficile, non fa miracoli ma aiuta tante persone”, ha invece spiegato il vicepremier Matteo Salvini.
Manovra al voto in Senato: corsa contro il tempo
La manovra finanziaria del 2023, come detto, passa adesso al Senato per un iter blindato. Il testo, secondo i programmi, sarà esaminato dopo il Natale, da martedì 27 dicembre. L’obiettivo è scongiurare l’esercizio provvisorio che incombe sul governo.
Secondo la Costituzione lo Stato “assicura l’equilibrio” tra le entrate e le spese annuali, tenendo conto delle “fasi avverse” e delle “fasi favorevoli” del ciclo economico. Il ricorso all’indebitamento è consentito solo al fine di superare le difficoltà e “previa autorizzazione delle Camere”, con la maggioranza assoluta dei rispettivi componenti.
Se la votazione con esito positivo della bozza della legge di Bilancio non avviene entro i tempi prestabiliti è concesso l’esercizio provvisorio per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi. Questo permette all’esecutivo di disporre di un ulteriore periodo per arrivare a un accordo definitivo.