Nuova Mala del Brenta, gli ex componenti volevano rifondarla: blitz dei carabinieri nella notte, 39 arresti
Ondata di arresti in Veneto: i carabinieri hanno fermato 39 persone che, secondo le accuse, stavano ricostruendo la storica Mala del Brenta
Blitz dei carabinieri del Ros nella notte, in diverse città del Veneto: i militari hanno arrestato 39 ex componenti della Mala del Brenta che, con metodi mafiosi, stavano cercando di ricostruire l’ex gruppo criminale per il controllo del territorio. L’operazione, coordinata dalla Procura antimafia di Venezia, vede coinvolte un’ottantina di persone, accusate di traffico di droga, rapina ed estorsioni.
Mala del Brenta, ondata di arresti in tutta Italia
All’esecuzione degli arresti hanno partecipati i comandi dei carabinieri di Venezia, Padova, Treviso e Rovigo. Le accuse riguardano presunti episodi criminali che si sono verificati negli ultimi 10 anni.
Il tentativo di riorganizzare quella che era stata la Mala, capeggiata da Felice Maniero, sarebbe stato favorito dalle scarcerazioni, negli ultimi anni, di alcuni ex esponenti del gruppo malavitoso che dagli anni ’70 in poi aveva insanguinato il Veneto.
Il tentativo di ricostruzione sarebbe infatti partito nel 2015 dagli esponenti della cosiddetta frangia ‘dei mestrini’, usciti dal carcere dopo la fine del periodo di detenzione.
La Direzione distrettuale e antiterrorismo della Procura di Venezia ha poi emesso le ordinanze di custodia per 39 persone accusate, a vario titolo, di diversi reati tra cui:
- associazione per delinquere;
- concorso esterno in associazione per delinquere;
- detenzione e porto di armi da fuoco;
- spaccio di stupefacenti;
- estorsione;
- rapina.
La Dda ha documentato l’esistenza di “gravi e concordanti elementi relativi alla ricostituzione della disgregata organizzazione mafiosa nota come Mala del Brenta”.
La storia della Mala del Brenta: chi è Felice Maniero
L’ex boss della Mala del Brenta, Felice Maniero, oggi è in carcere: lo scorso 5 novembre la corte di Cassazione ha confermato una condanna a 4 anni: era stato arrestato nell’ottobre del 2019 a Brescia, dove viveva con un’identità segreta, per maltrattamenti nei confronti della storica compagna Marta Bisello.
Ammettendo in parte alcuni episodi di maltrattamenti Maniero, ha sempre spiegato che la relazione era finita per motivi economici: “Finiti i soldi, finito amore“, ha sempre detto in aula Maniero, attualmente detenuto a Pescara.
Ma Maniero era già stato dentro parecchi anni per altri motivi: è stato capo indiscusso della malavita veneta dai primi anni ’80 fino alla metà degli anni ’90.
Soprannominato ‘Faccia d’angelo‘, è nato nel 1954 a Campolongo Maggiore: dopo anni di furti ed estorsioni, a metà anni ’80 è stato l’autore di alcune rapine miliardarie (la più nota è forse quella al caveau dell’aeroporto Marco Polo di Tessera).
Viene arrestato nel 1993, mentre si trova sul proprio yacht a Capri: finisce nel carcere di Vicenza e poi di Padova, durante il processo si fa servire spaghetti all’astice e prosecco. Viene condannato a 33 anni di reclusione, ma riesce a evadere. Viene riacciuffato nel 1994 a Torino: questa volta Maniero decide di collaborare e disgrega definitivamente la banda.
Nel dicembre 1996 è condannato a 11 anni di carcere grazie alle attenuanti generiche e a quella per la collaborazione. Libero dall’agosto 2010, è tornato in carcere nel 2019 per maltrattamenti alla compagna.