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Luigi Di Maio sul caso Bibbiano, denunciato dal sindaco insieme ad altre 47 persone: chiusa l’indagine

Arrivata la notifica di fine indagine per la denuncia del sindaco di Bibbiano contro Luigi Di Maio e altre 47 persone

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Giorgia Bonamoneta

GIORNALISTA

Giornalista pubblicista, si concentra sulla politica e la geopolitica, scrive anche di economia e ambiente. Laureata in Editoria e Scrittura presso La Sapienza di Roma, ha iniziato a scrivere per una testata impegnata sui diritti civili, prima di lavorare in diverse testate di attualità.

È arrivato l’avviso di conclusione delle indagini per diffamazione aggravata denunciata dal sindaco di Bibbiano Andrea Carletti. L’uomo non ha mai ritirato la querela, perché riteneva ci fossero elementi per temere per la propria incolumità. Tra gli indagati c’è anche il nome di Luigi Di Maio, colpevole secondo il sindaco di Bibbiano di aver alimentato l’odio nei suoi confronti attraverso una campagna diffamatoria. Carletti si trovava al centro della bufera per il presunto sistema di affidi illeciti di minori.

La denuncia contro Di Maio

Andrea Carletti, sindaco di Bibbiano, aveva deciso di denunciare 48 persone per diffamazione e diffamazione aggravata. Nella lunga lista di nomi, tra gli altri, anche l’ex leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio. L’ex ministro degli Esteri aveva pubblicato diversi post contro il sindacato, come quello del 27 giugno 2019, quando nel giorno dell’arresto aveva scritto: “Un altro business orribile sui minori. Una galleria di atrocità assolute che grida vendetta a Reggio Emilia”.

Di seguito l’ex ministro descriveva un “sistema” di affido horror, con personale colluso e famiglie affidatarie composte da pedofili e “gente con problemi mentali”. Nei commenti si scatenò il tiro all’insulto contro il sindaco, ma anche alcune minacce di morte. I loro autori sono finiti nella lista delle denunce del sindaco Carletti.

Cosa è successo a Bibbiano

Un piccolo salto indietro ci riporta all’estate del 2019 a Bibbiano, un piccolo centro abitato di 10mila abitanti. In quella calda estate 24 persone vennero iscritte nel registro degli indagati (assistenti sociali, psicoterapeuti, amministratori etc) per sospetto relazioni false per “affidi illeciti”.

L’inchiesta era scattata dopo un’impennata anomala di denunce di abusi sessuali da parte dei bambini. L’ipotesi voleva le rivelazioni dei bambini suggestionate in fase di sedute di psicoterapia. L’inchiesta divenne ben presto una passerella politica, che portò politici di ogni fazione a puntare il dito contro il Pd, definito il “partito di Bibbiano”.

Il caso Bibbiano: a che punto siamo

Le indagini a margine sono chiuse, mentre il principale filone vede diverse assoluzioni, come quello dello psicoterapeuta Claudio Foti, che nel 2021 era stato condannato in primo grado a quattro anni per lesioni gravissime e abuso d’ufficio. Anche l’assistente sociale Beatrice Benati è stato assolta in primo grado, mentre il processo è tuttora in corso a Reggio Emilia.

All’uscita dal tribunale, l’avvocato di Foti ha espresso soddisfazione e detto: “Con oggi muore la leggenda di Bibbiano e rinasce la verità di una comunità di professionisti che hanno voluto perseguire solo la protezione del minore”. La battaglia non è ancora finita e c’è ancora spazio per un ricorso in Cassazione.

Fonte foto: ANSA

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